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Esperienza di viaggio a Molo Pezzotto, Positano

by Pietro Spirito
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Nella mareggiata di fine ottobre 2022 il porto di Positano ha subito rilevanti danni che richiedevano lavori urgenti di ripristino e messa in sicurezza. Succede, anche perché i mutamenti climatici determinano una intensificazione dei fenomeni atmosferici avversi. Dovremmo essere pronti, anche per consolidare le infrastrutture a rischio.

Sono intanto passati inutilmente i mesi invernali, ed a Pasqua il molo di Positano era ancora interdetto, con le inevitabili ripercussioni sul traffico automobilistico della Costiera. L’approdo marittimo, difatti, oltre ad offrire ai turisti la splendida vista dal mare di questo posto incantato, consente di decongestionare le strade sovraffollate della Costiera.

Quando è stato parzialmente riaperto l’approdo, nel ponte del 25 Aprile, si è determinata in porto una ressa del tutto incontrollabile, perché l’unico molo disponibile, mentre i lavori erano ancora in corso sulla parte restante delle banchine, doveva accogliere contestualmente gli aliscafi, le barche turistiche del traffico locale marittimo e le barche private.

Il porto di Positano, secondo quanto è stato dichiarato dal sindaco, sarà completamente fruibile entro il prossimo 5 giugno. Onestamente nulla lascia presagire che potrà essere rispettata tale data. A fine maggio i lavori sono ancora i corso, e l’organizzazione dell’unico approdo disponibile continua a presentare una situazione gestionale da casbah araba, con un assalto alla diligenza privo di alcuna regolamentazione, informazioni ai passeggeri del tutto assenti, situazione di difficile gestione anche per i marittimi che cercano di fare il possibile per cercare di dare ordine alla coda di attesa dei viaggiatori, in un lembo di terra letteralmente preso d’assalto da migliaia di turisti lungo tutto l’arco del giorno.

 

 

Ovviamente la ressa a terra si ripercuote anche nelle code delle imbarcazioni a mare. Lo spicchio risicato di molo adibito alle operazioni marittime consente l’accosto di una sola nave per volta, con l’effetto di determinare tempi di attesa a mare che vanno dalla mezz’ora ai tre quarti d’ora, in funzione delle diverse ore della giornata.

Per le attività di imbarco e sbarco passeggeri resta ancora operativa la porzione di molo denominato Pezzotto. Mai nome fu più così adeguatamente chiaro sulla operatività di uno scalo marittimo. Insomma, quel lembo di molo lungo il quale sono stati canalizzati i flussi di passeggeri sta continuando a garantire, non sappiamo esattamente fino a quando, le operazioni di sbarco e imbarco.

Tutti quanti, a Napoli, sappiamo benissimo cosa significa il termine “pezzotto”: una parola che non ha equivalenti nella lingua italiana. Parole come “falso”, “contraffatto”, “fasullo”, per quanto possano essere considerati sinonimi, non rendono al meglio l’idea. Il “pezzotto” va oltre la mera falsificazione perché è talmente radicato nella nostra lingua da assumere caratteri molto meno seri e truffaldini, fino a sfociare nel quotidiano. Oggi, ad esempio, viene definito “pezzotto” anche qualcosa di rotto o difettato.

Siamo nella vetrina della Costiera Amalfitana, in una delle cittadine più belle del nostro Paese: da tutto il mondo colonne di turisti si accalcano per vedere la bellezza nella sua più pura esemplificazione. Lo spettacolo marittimo che siamo in grado di offrire in questo momento mortifica l’intelligenza e l’immagine del turismo nella nostra Regione.

Open to meraviglia, recita lo slogan pubblicitario del Ministero del Turismo in una controversa campagna che ci accompagna nella estate del 2023. Certo, lo sguardo dei turisti a Molo Pezzotto è open to meraviglia, senza se e senza ma. Una baraccopoli precaria per i servizi di biglietteria, un lembo di terra stretto ed inadeguato per una lunga coda sotto il sole cocente. Se questa è la cura delle nostre più prestigiose bellezze, non resta che farsi cogliere dal senso di sconfitta più profondo.

Arrivare e partire è l’essenza di un viaggio. Farlo in queste condizioni rovina la profonda bellezza che c’è nel mezzo, induce a pensare che la trascuratezza sia parte della esperienza che va vissuta per ammirare un luogo incantato. Si arriva nello stupore, quando si attende a mare sull’aliscafo, e si riparte nello sconforto, quando si sta nella coda di Molo Pezzotto per ripartire con gli occhi pieni ancora della grazia di Positano. Riusciamo ad interrompere sempre le emozioni più profonde. Deve irrompere comunque la nostra approssimazione. Almeno, potremmo spiegare ai turisti il significato di Molo Pezzotto. Potremmo almeno strappare un sorriso.