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Festival della Mente di Sarzana 2022

by Piera De Prosperis
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Ieri, 20 luglio, è stato presentato il programma della XIX edizione del Festival della Mente, da oggi online su www.festivaldellamente.it.

«La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili». È stata questa frase di William S. Burroughs a ispirare la scelta del concetto di movimento come filo conduttore della XIX edizione del Festival della Mente. Contro l’immobilismo – che genera spesso un timore viscerale per ogni sorta di cambiamento positivo – la parola movimento associata al nostro festival vuole ribadire il dinamismo e la ricchezza provenienti dagli stimoli culturali, e l’intreccio vitale delle discipline umanistiche e scientifiche che vanno a formare un unico sapere indivisibile.

Questo il fil rouge che lega gli eventi presentati alla conferenza stampa cui sono intervenuti Cristina Ponzanelli, sindaco del Comune di Sarzana, Andrea Corradino, presidente di Fondazione Carispezia, e Benedetta Marietti, direttrice del Festival della Mente.

Mi vorrei soffermare sul concetto di movimento riflettendo sulla sua valenza filosofica. Oggi si parla di modello motorio della mente in contrapposizione con la concezione tradizionale della mente.

Il cervello non è inteso come un semplice recettore di informazioni e produttore di risposte da parte di un organismo staccato dall’ambiente. Il punto fondamentale, il ‘cuore’ di questo nuovo modello della mente basato sull’importanza e sulla valenza cognitiva del movimento, è proprio il riconoscimento, all’interno di una prospettiva teorica biologica e integrata, dunque ecologica e complessa, dell’intimo nesso tra percezione e azione. Da qui un festival, dedicato alla creatività e alla nascita delle idee con scienziati, letterati e artisti che indagheranno i cambiamenti, le energie e le speranze della società di oggi.

Altro elemento di rilievo simbolico è il fatto che il festival si svolga a Sarzana, città dell’esilio di Cavalcanti. Guido Cavalcanti nella suo terminologia filosofica con “mente” non indica affatto, come a noi moderni potrebbe apparire, l’intelletto, sede della conoscenza razionale; mentre infatti l’intelletto è capace di raggiungere una conoscenza astratta e universale, che può fare a meno delle immagini sensibili, la mente (sia che ricordi, sia che immagini), per Cavalcanti rimane sempre necessariamente legata a dati sensibili. E’ importante, quindi il movimento per conoscere.

Sarzana, mente, movimento si tengono insieme in maniera indissolubile.

Attraverso la declinazione del concetto di movimento, quest’anno il festival si interroga sui temi più urgenti della contemporaneità e sulle grandi sfide che ci riserva il futuro: oltre alla questione dei rifugiati, affrontata nella lectio inaugurale da Filippo Grandi, Alto Commissario dell’UNHCR, si parlerà, tra l’altro, di ambiente, salute, guerra, Rete, adolescenti, con la convinzione che per trovare soluzioni ai problemi sia necessario innanzitutto esserne consapevoli.

Da non perdere!