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Gli amici di Napoli

by Lucia Severino
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La scorsa settimana, il presidente De Luca ha spiegato ai cittadini di Napoli “chi è amico di Napoli e chi è nemico di Napoli.” Lo ha fatto da Salerno (sic!), in televisione, prendendo spunto dalla rovente polemica di questi giorni sul destino di ANM e del trasporto pubblico cittadino.

“Gli amici di Napoli non sono quelli che parlano ma quelli che danno risorse a Napoli. Gli amici di Napoli non sono quelli che difendono in astratto l’identità di Napoli, ma quelli che in concreto garantiscono i servizi alla città di Napoli. Oggi gli amici di Napoli sono alla Regione, perché se non ci fosse la Regione tanti servizi sarebbero cancellati.”

Qualche giorno fa, poi, ha chiesto ai giornalisti di fare una “operazione verità”, sempre riferendosi ad ANM. “Dovete correggere anche voi, in maniera radicale, l’informazione … Gradirei che faceste uno sforzo anche voi per spiegare una realtà che è semplicissima.” Ossia che il Comune starebbe scappando da ANM mentre la Regione ne pagherebbe gli stipendi.

Quando i politici rivolgono inviti alla stampa non suona mai bene, è la stampa a dover pungolare la politica. Altrimenti si finisce co’ ‘a carne ‘a sotto e i maccarune ‘a coppa. Almeno così si dice a Napoli. A Salerno o in Basilicata non so, forse si parlerebbe di rovesciamento dialettico.

Peggio ancora quando individuano presunti nemici per additarli al pubblico ludibrio. Nemici di Napoli? Ma Napoli, come ogni grande città e forse di più, è un coacervo di interessi contrastanti, un calderone in continua ebollizione, dove il parametro dell’amicizia non funziona affatto per decodificare la realtà e appare fuori luogo.

Ci si potrebbe obiettare che, per esempio, un trasporto pubblico decente è interesse di tutti e chi lo garantisce mettendoci i soldi è, pragmaticamente parlando, un amico. Diamo per scontato che la Regione distribuisca effettivamente adeguate risorse a Napoli e garantisca servizi. Accettiamo pure il principio che è amico solo chi dà soldi (concetto in realtà assai opinabile). Ma di chi sono questi soldi? Nostri. Sono le nostre tasse con le quali vengono, tra l’altro, pagati gli stipendi di quelli che le amministrano per nostro conto e, teoricamente, nel nostro interesse. Compresi Governatore e Sindaco. Quindi, nessuno sta facendo regali ai Napoletani ma, tuttalpiù, il proprio dovere. Non si tratta di amicizia o inimicizia, piuttosto di buona o cattiva amministrazione. Questo è sano pragmatismo.

Ma qual è il discrimine? Non è facile come sembra. Se dovessimo basarci unicamente sul livello dei servizi dovremmo concludere che tutta la Pubblica Amministrazione, partendo dallo Stato per arrivare ai Comuni passando per la Regione, è assolutamente inefficiente. Infatti, molti lo pensano. La sanità versa in uno stato increscioso. I trasporti anche. Il ciclo dei rifiuti è in emergenza. Potremmo continuare ma credo che basti.

Di chi è la colpa? La sanità è di competenza regionale, per quanto commissariata dallo Stato, ma De Luca non può oggettivamente assicurare un buon servizio senza la collaborazione fattiva del Governo. Anche i trasporti fanno capo alla Regione, ma intervengono le Province, la Città Metropolitana, i Comuni in un sistema complesso che richiede coordinamento e non concorrenza. Il problema dei rifiuti tra ecoballe, mancanza di impianti, bonifiche fantasma, Amministrazioni locali latitanti o che non riescono a fare la differenziata può mai essere risolto solo da Palazzo Santa Lucia? Si chiama collaborazione istituzionale e non è una chiacchiera ma un meccanismo ineludibile per la concreta risoluzione dei problemi.

Anche a voler limitare la questione alla sola vicenda ANM si capisce che non è affatto una realtà semplicissima. Il Comune di Napoli non ha soldi, lo sappiamo tutti, e sta cercando di salvare ANM dal fallimento. Grazie anche all’impegno della Napoli Holding di Amedeo Manzo pare ci stia riuscendo. Fa fatica però a versare i suoi 54 milioni circa all’anno e chiede alla Regione di aumentare il suo contributo che è di pari importo, caso unico in Italia. A questo punto ci si aspetterebbe che i due Enti si sedessero a un tavolo a fare un po’ di conti sulle reali necessità e le rispettive possibilità economiche al fine di garantire il servizio, certamente oggi insufficiente (tra EAV, ANM e CTP sceglier non saprei). Invece no, litigano.

Dove si è visto mai che una Regione vada apertamente contro un Comune del suo territorio, a maggior ragione quando è il capoluogo, terza città d’Italia, con un’area metropolitana che raccoglie la metà della popolazione regionale e che produce la gran parte del gettito fiscale locale?

Sarebbe come se il Governo mettesse i bastoni tra le ruote della Regione Campania. A ben guardare, qualche Ministro lo fa, clamorosa fra tutte la polemica sulla controversa vicenda delle formiche al San Giovanni Bosco, e, giustamente, il nostro Governatore non la prende bene. S’inalbera.

Allora, chiedere sinergia tra Regione e Comune non significa mettere sullo stesso piano Amministrazioni differenti. La competenza formale conta fino a un certo punto, altrimenti si scade nel più becero burocratismo. La leale collaborazione istituzionale non a caso è un principio giuridico obbligatorio.

Dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io.