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I porti della Campania, intervista al presidente Andrea Annunziata

by Flavio Cioffi
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Siamo ai primi di febbraio 2021. La Ministra dei trasporti Paola De Micheli, d’intesa con la Regione Campania, nomina Andrea Annunziata presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, ovvero Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia. Annunziata, già Sindaco e Sottosegretario ai trasporti, è stato alla guida del porto di Salerno e poi di quello di Catania. Siamo andati a trovarlo per capire come intende dirigere la portualità campana.

Ti sei insediato da un paio di mesi, che situazione hai trovato?

Ci sono ritardi dovuti a mali antichi e appare necessario un maggiore confronto con le parti sociali. Diciamo che è una situazione che ha bisogno di essere rilanciata, per i tempi che viviamo e per l’organizzazione che va completata.

I tre punti principali del tuo programma.

Tutto deve rientrare in un confronto continuo con le istituzioni, le parti sociali e il territorio, per cui i punti sono tanti. Però in sintesi: rilancio delle infrastrutture, aiuto alle imprese che si trovano in difficoltà, ambiente e sicurezza.

Aprire ai privati è un tuo obiettivo. A cosa ti riferisci, non hanno già un ruolo preponderante?

Si certo, ma io intendo dire che il privato deve partecipare fin dall’inizio agli investimenti. Uno Stato non può investire su infrastrutture che poi dà in concessione. Faccio un esempio: oggi abbiamo il problema della diga foranea sulla quale nessun privato avrà mai interesse ad investire, il Beverello invece puoi farlo con un project financing. Questo significa il privato nel porto.

Il porto di Napoli deve rispettare l’ambiente ma è anche un’industria e come tale deve comportarsi. Sono parole tue, cosa intendevi dire?

Il porto è un’industria al centro della città, è così in tutta Italia, pochi sono i porti fuori dalle città. Questo significa che bisogna avere sempre maggiore attenzione e quindi investire sempre di più sulla tutela dell’ambiente. Oggi siamo in grado di assicurare la tutela ambientale e della salute ed anche le attività industriali.

La tua nomina è stata vista da alcuni come un ulteriore passo verso la “salernizzazione” della Campania. I napoletani devono preoccuparsi?

Assolutamente no. Napoli, Salerno e Castellammare hanno lavoratori e imprenditori di prima qualità e dobbiamo occuparci solo di come organizzare al meglio la portualità campana. Non c’è assolutamente concorrenza tra loro anzi, insieme, possono vincere qualsiasi sfida.

Veniamo ad alcuni temi specifici, partendo da Napoli. A che punto sono i lavori al Beverello?

I lavori sono stati condizionati dal ritrovamento del molo borbonico e oggi si sta adeguando il progetto alle prescrizioni che appena un mese fa ci ha dato la Sovrintendenza. Si ripartirà entro 30 giorni e presumiamo di ultimarli entro 18/20 mesi. Nel frattempo attrezzeremo la Stazione Marittima con una struttura leggera adeguata non solo per l’estate ma anche per l’inverno, guardando sia ai turisti che ai pendolari.

Immacolatella Vecchia. Quando verrà inaugurata e quale destinazione avrà?

In un paio di mesi al massimo tutto dovrebbe essere ultimato. Quanto alla destinazione ci stiamo confrontando con le diverse richieste. Io penso ad un utilizzo pubblico per la ricerca, l’Università, il turismo, attività logicamente collegate all’economia del mare.

Parliamo della crisi della Tirrenia.

Speriamo che la situazione si risolva quanto prima, perché i lavoratori non possono avere più un futuro precario senza conoscere il proprio destino. Ma il problema non è nelle nostre mani.

L’espansione del porto nell’area di Napoli Est è stata fermata con l’idea, forse, di sviluppare una progettualità turistica. Non esiste il rischio che non se ne faccia nulla come in altri casi?

Le decisioni sono sempre frutto di un confronto con il territorio, che ha diritto di essere sentito e fare proposte, con il Comune e con la Regione. E’ da questi confronti che nascono le idee per il futuro. Io non sono depositario di alcuna grande verità e non devo decidere io cosa fare in casa d’altri. Io sono solo l’esecutore delle decisioni del territorio.

De Magistris a suo tempo si era detto favorevole alla costruzione di un deposito di GNL nel porto. Pare che l’idea sia stata invece abbandonata.

Il deposito GNL è un altro tema oggetto di confronto in questo momento. Il territorio è molto contrario, perché l’area originariamente prevista ha vocazione turistica. Resta importante assicurare alle navi il rifornimento di GNL e studieremo alternative valide. Si deciderà nelle prossime settimane. Il territorio darà le indicazioni per andare avanti, così come il Comune di Napoli e la Regione con cui il confronto è continuo.

Veniamo a Salerno. E’ corretto dire che il porto gode di buona salute?

Si, il porto di Salerno ha sentito la crisi nel settore crocieristico, come tutti i porti del mondo, ma per le merci c’è stato addirittura un aumento. Salerno ha fatto di necessità virtù ed ha saputo organizzarsi. Non è stato merito solo dell’Autorità Portuale, ma dei tanti imprenditori che vi operano.

A che punto è la struttura multipiano per le auto che voleva costruire il gruppo Grimaldi?

Come tutte le cose italiane, qui per decidere ci vuole la mano del Padreterno. Allo stato è aperto il confronto con la Sovrintendenza e con il Comune. Staremo a vedere.

Cosa si prevede per Castellammare?

Il confronto con il Comune, i sindacati e il territorio ci darà gli input che saranno raccolti nel Documento di Pianificazione Strategica e di Sistema, che è la madre dei piani regolatori di tutti i porti. Già venerdì 16 ci sarà una riunione con i tecnici che dovranno redigere il Piano. Però dobbiamo sapere con certezza cosa vuole fare Fincantieri, ce lo dica una volta per tutte ed esca dall’equivoco definitivamente. Adesso basta.

Un appello finale: a chi e per chiedere cosa.

Intanto al Governo nazionale perché proceda in tempi rapidi con queste benedette semplificazioni di cui abbiamo assoluto bisogno. Poi a tutti gli addetti ai lavori chiedo uno sforzo in più rispetto al passato. Siamo ancora in una fase di grande emergenza e quando passerà ci saranno le ferite da curare, o c’è un’azione di grande responsabilità da parte di tutti o altrimenti sarà difficile.