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Il bel Processo ad Arsenio Lupin al Festival del Giallo di Napoli

by Flavio Cioffi
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Stamattina a Napoli è stato arrestato un signore che si chiama Arsenio Lupin. Con questo annuncio si dà inizio appunto al “Processo ad Arsenio Lupin”, tenutosi ieri nelle sale dell’Istituto Francese di via Crispi nell’ambito della seconda edizione del Festival del Giallo Città di Napoli.

Ma la serata era iniziata prima. Innanzitutto, con i libri esposti. Belli solo a guardarli. Che volete, i libri, qualunque libro, hanno un loro fascino ancor prima di essere non dico letti ma anche solo aperti. E quando inizi a sfogliarli è un po’ come la prima sorsata di birra, ve lo ricordate?

 

 

Poi con la musica. Un violino affascinante che faceva presagire una serata interessante e ben costruita.

 

 

Persino gli inevitabili saluti iniziali, ringraziamenti e celebrazioni, che solitamente fanno desiderare di trovarsi altrove, sono stati gradevoli ed hanno contribuito a creare la giusta atmosfera in una grande sala gremita. Abbiamo anzi scoperto (de Giovanni) che Napoli è diventata un centro di incontro del movimento del romanzo nero italiano. E non è un dettaglio per addetti ai lavori.

 

 

Quindi il processo vero e proprio. Con tanto di Corte, cancelliere, accusa, difesa, imputato e testimoni. Allarme spoiler: è stato carinissimo. Una cosa da stamparti il sorriso sul volto dall’inizio alla fine, della serie che bella serata. Autoironico prima che ironico. Mai autoreferenziale. Interessante nella illustrazione sottesa di una serie di precedenti della letteratura gialla classica. Coinvolgente. Una disincantata ma vera rappresentazione teatrale interpretata da scrittori ed ex magistrati.

 

 

Su tutti, nessuno me ne voglia, il testimone Herlcok Sholmes. Nome usato da Leblanc (il creatore di Arsène Lupin) in un suo racconto per aggirare il divieto impostogli da Conan Doyle di usare il vero nome del suo celeberrimo investigatore. Una testimonianza che ha strappato risate a gogò.

 

 

Il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna di Lupin con confisca di tutte le opere che lo riguardano. Il pubblico ha rumoreggiato, fischiato, gridato. Alla fine la sentenza è stata si di condanna, ma senza confisca. Colpevole lui, mica noi lettori. Ma Lupin era come sempre fuggito. Lo si è visto in fondo alla sala fare il gesto dell’ombrello al giudice.

Se tanto mi da tanto sarà un Festival da non perdere.