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Il miracolo della Madonna di Trevignano e la Campania di De Luca

by Pietro Spirito
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Quello che segue è il testo dell’intervento svolto da Spirito in occasione dell’incontro pubblico tenutosi oggi, al Gran Caffè Gambrinus di Napoli, con gli autori del libro “il Monarca De Luca una questione meridionale” (edizioni Paper First).

 

A diciotto mesi dal nostro appello rivolto ad Enrico Letta contro il terzo mandato a Vincenzo De Luca, ed a sei mesi dalla pubblicazione del nostro libro su Il Monarca, torniamo ad interrogarci sul futuro della Campania. Lo facciamo nuovamente nella sede di Gambrinus, che è diventato non più solo un luogo per gustare un caffè napoletano, ma anche un posto simbolico per accogliere pensieri dissonanti. I tempi, intanto, stanno cambiando. La questione centrale della discussione pubblica non è più la vicenda del terzo mandato, pur se ancora di questo si parla: quel disegno egemonico è entrato in crisi, nel partito democratico, nell’amministrazione regionale, nella società civile. Piuttosto in discussione resta come liberarsi dalle scorie del passato, che vanno anzi smaltite per poter costruire un orizzonte nuovo.

I residui di una lunga stagione di governo campano sono ancora tutti presenti:

  • la rete clientelare delle fritture
  • la commistione tra politica, amministrazione e governo
  • le contraddizioni che hanno animato in questi anni le posizioni sull’autonomia differenziata.

Il Partito Democratico ora sostiene che vanno misurati i risultati del governo regionale campano in questi sette anni. Non è difficile, lo abbiamo fatto nella seconda parte del nostro libro su Il Monarca. Il Governo De Luca in Campania è stato un disastro, nella sanità, nei trasporti, nella cultura, nei rifiuti, nel governo del territorio. Siamo da tempo pronti ad un confronto, non evidentemente ad un monologo, per dare conto alla cittadinanza sugli esiti di questa stagione. Attendiamo una sede ed un momento di discussione per entrare nel merito degli atti di governo.

Ma non basta nemmeno una analisi sul rendiconto per avviare una stagione politica differente. Serve individuare gli assi di trasformazione attorno ai quali costruire una diversa coalizione sociale capace di fornire una prospettiva differente alla Campania:

  • un piano del lavoro
  • politiche di sviluppo per i servizi di pubblica utilità
  • rinnovamento della classe dirigente
  • correttezza nelle relazioni istituzionali
  • patto sociale contro la criminalità organizzata.

Sconfiggere De Luca non è sconfiggere il deluchismo. Il destino di un singolo conta infinitamente meno della prospettiva generale. Hic Rhodus, hic salta. Su questo profilo non c’è possibilità di compromesso, di sincretismo volgare tra architettura clientelare e disegno di liberazione. La scelta stavolta è netta, non prevede slabbrature che significherebbero solo piegature verso la conservazione degli assetti politici del recente passato.

In Campania abbiamo lungamente creduto alla veggente della Madonna di Trevignano, solo che la statuetta non lacrimava, il vescovo era tristemente solo un complice, la veggente una truffatrice che è scappata con la cassa. In fondo, il lanciafiamme mediatico utilizzato da De Luca durante la pandemia non è molto dissimile dalle mirabolanti storie dei miracoli che si raccontano in giro nelle svariate piazze italiane.

La storia della Madonna di Trevignano è durata esattamente sette anni, proprio quanti gli anni di governo di De Luca presso la Regione Campania. Oggi si è scoperto che le lacrime erano di maiale e che una riproduzione della statuetta era venduta a tremila euro. La moltiplicazione di gnocchi e pizza è stato il principale miracolo della Madonna di Trevignano, in stile gastronomico effettivamente campano.

Ora auguriamoci solo che l’indagine diocesana sulla Madonna di Trevignano sia rapida, decisiva, chirurgica, senza slabbrature, in Lazio come in Campania. Non c’è più tempo per traccheggiare, per far finta di nulla, per cercare di traghettare un sistema vecchio in una realtà nuova. Non c’è nulla da salvare, nulla da riconsiderare nel miracolo campano. C’è solo da ricominciare daccapo un lavoro che chiami a raccolta le migliori energie di chi ancora crede nella salvaguardia dell’interesse e del bene collettivo. Lasciamo i miracoli della Madonna di Trevignano ai creduloni ed agli approfittatori che ci hanno fatto affari. Il futuro della Campania può essere altro. Ma non è detto.

Un’altra strada è sempre possibile, se proprio si vogliono ripercorrere i fasti del recente passato. Sta accadendo a Pomigliano d’Arco, dove Lello Russo si sta candidando per il settimo mandato da sindaco, con dieci liste che lo appoggiano, ad ottantaquattro anni. Una Campania dei mandati ripetuti potrebbe solo condurre ad una costante replica dei guasti di natura strutturale che abbiamo intanto già imparato a conoscere. Tra miracoli, fritture e clientelismo si può continuare ad operare il passo del gambero che abbiamo iniziato da diverso tempo a questa parte.