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Il richiamo della Notte all’Umberto

by Angela Iannuzzi
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L’autrice insegna lettere al liceo Umberto I di Napoli

Giunta alla sua VI edizione, la Notte Nazionale del Liceo Classico ha visto anche quest’anno protagonisti studenti, docenti, presidi e personalità del mondo della cultura in una maratona di performance, incontri con autori, conversazioni, dibattiti tenutisi nei vari istituti fino a tarda sera di venerdì 17 gennaio.

Anche il Liceo Umberto ha lasciato aperti i suoi battenti dalle 18.00 alle 22.00 all’utenza, alle famiglie, a ospiti e amici del Liceo come gli “Ex Alunni”, a passanti incuriositi e a chiunque abbia mostrato interesse a fare capolino in una scuola viva in un orario insolito, sfidando le norme di sicurezza a causa del notevolissimo afflusso di persone accorse al richiamo della Notte. Programma ricco, denso e variegato quello offerto dal Liceo di Chiaia diretto dal Preside Carlo Antonelli: la cultura millenaria di Napoli tra arte, letteratura, scienze e superstizione ha ispirato l’intera serata articolata in una prima parte comune, svoltasi in Aula Magna, e poi nelle iniziative e nei lavori mostrati dagli studenti con la guida dei loro insegnanti in vari spazi dell’Istituto, dalla Biblioteca all’atrio, dai laboratori alle aule.

Ha inaugurato la serata la visione sincronica e in comune di un video seguito dalla lettura del testo di benvenuto dell’ideatore della manifestazione, il prof. Rocco Schembra del Liceo Gulli e Pennisi di Acireale, Catania. Subito dopo la raffinata ouverture curata dalle organizzatrici, prof. Riccio e Storti, brevi letture di studenti sulle voci di Napoli città greca per eccellenza, con un originale accostamento di parole e fonti greche antiche con parole di uso comune del dialetto napoletano e con il commento di foto e immagini a tema.

Ha scosso positivamente l’uditorio il bellissimo intervento di Ruggero Cappuccio, drammaturgo, scrittore, sceneggiatore e regista, dal 2017 direttore artistico di Napoli Teatro Festival Italia. Dialogando con i presenti e soprattutto con studenti curiosi che gli hanno posto domande tratte dalla lettura dei suoi libri, Cappuccio ha parlato tra l’altro dell’eredità genetica di una città come Napoli, che ti accompagna sempre con la sua lingua, la sua storia, le sue concezioni, gli autori della sua lunga tradizione, indipendentemente dalla presenza fisica in città.

Terminata la prima fase, il programma è proseguito con una breve rappresentazione, ambientata in Biblioteca, che ha fatto rivivere fantasmi della storia di un Liceo che di anni ne ha quasi 160, e con un allestimento nell’atrio della scuola, a cura del Laboratorio di teatro classico, di Nuvole su Partenope, liberamente ispirate alla commedia di Aristofane.

Intanto al primo piano, aule e laboratori in cui quotidianamente si svolge in modo severo e rigoroso il servizio di istruzione, si trasformavano in momentanei palcoscenici per mostrare ad amici e parenti che la formazione classica è capace di coniugare innovazione e tradizione, senza diventare serva della logica dell’utile, del profitto, del consumo, e, sia pur consapevole dei notevoli cambiamenti degli equilibri tra i vari campi del sapere per effetto della rivoluzione tecnico-scientifica che ha unificato il mondo, provocando l’esplosione di nuovi bisogni e di richiesta di benessere e giustizia su scala mondiale, senza snaturare la cultura classico-umanistica. Numerose classi dell’Istituto infatti, guidate dai loro docenti, hanno dato vita ad un immaginario viaggio con diverse tappe, attraversando il mito di Partenope e la storia dei monumenti della città, quella delle tradizioni e dei culti religiosi, come le capuzzelle e le anime pezzentelle, quella delle canzoni, dei grandi poeti e artisti vissuti a Napoli, o la nascita e lo sviluppo dei palazzi del quartiere Chiaia, gli stereotipi culturali sulla città raccontati dalla letteratura e dal cinema, i misteri e le superstizioni della “Napoli magica”, senza trascurare itinerari matematici e scientifici. A dimostrazione che il sapere è unitario e reticolare e il curricolo del liceo classico non è settoriale o a compartimenti stagni, ma fonte di una formazione umana globale, che rende pronti e preparati ad accogliere le sfide sempre più complesse della società attuale.

Del resto, basta vedere l’entusiasmo con cui gli stessi studenti hanno aderito all’iniziativa: la Notte Nazionale del Liceo Classico diventa per loro, che ne sono i protagonisti, più che una festa, e il bello della Notte non è solo nella Notte stessa con i suoi applausi a scena aperta, ma nei lunghi e laboriosi preparativi che la precedono, che fanno sì che gli studenti identifichino gli spazi e i locali in cui quotidianamente vivono le ansie e le aspettative di un faticoso e auspicabilmente gratificante cammino di studio, con un ambiente ludico nel senso più nobile del termine, in cui cultura vuol dire anche gioia, piacere della condivisione, rispetto dei tempi, dei ruoli e delle parti.

Auguriamo dunque lunga e felice vita al Liceo Classico, che, anche a giudicare dal successo e dal gradimento della Notte, pare stia godendo di ottima salute.