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Intermania

by Piera De Prosperis
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Nell’Iliade e nell’Odissea la mania era associata alla furia degli elementi. Al fuoco in particolare, ma anche all’ira degli dei, soprattutto ad Ares dio della guerra, e all’impeto distruttore dei guerrieri. Tuttavia il termine mania ha anche la stessa radice di menos che indica il coraggio e la forza vitale. La mania è l’essere fuori di sé. Per amore o perché gli dei, adirati per un errore commesso, provocano nel colpevole convulsioni e delirio o perché nell’adepto di un culto misterico si genera uno slancio profetico.

Tutti possono essere colpiti da mania. Le grandi eroine tragiche, dalla Cassandra di Eschilo all’Antigone di Sofocle alla Medea di Euripide. Follia al femminile è eccentricità, disappartenenza al mondo della polis e ai suoi valori. Diversa è la follia maschile, che porta all’annullamento delle caratteristiche eroiche. Aiace, il valoroso dalla forza smisurata che nella contesa con Odisseo per il possesso delle armi di Achille risulta perdente, ha una reazione che è l’esatto rovesciamento di quella che era stata la sua grandezza. Lui, che era stato il guerriero più forte di tutti, è ora atopos, senza luogo e senza nome. La furia dell’irrazionale che diventa follia è per i Greci una malattia senza cura. Il medico che affronterà questo problema tentando di risolverlo sarà sempre maldestro, incapace di garantire una guarigione durevole. “Medico di nome, ma non d’arte” (Euripide).

Veniamo ai giorni nostri e riflettiamo su un episodio di mania collettiva che a Milano ha visto trentamila tifosi per le strade, di cui diecimila scendere in piazza Duomo. Migliaia di persone, ebbre di tifo calcistico e di voglia di libertà. L’abbinamento è stato esplosivo: senza la chiusura della piazza per motivi di sicurezza e di ordine pubblico, i tifosi si sono scatenati. Cos’è questa se non mania? Possiamo essere tolleranti solo perché l’attesa di undici anni giustifica tutto?

Un trattato ippocratico del V sec a.C. identifica i sintomi della mania con quelli dell’epilessia: tremore delle membra, occhi stravolti, pupille roteanti, respiro incontrollato. E questi sintomi i tifosi li mostravano tutti. Quando il coprifuoco era già scattato, un piccolo gruppo ha anche lanciato bottiglie contro la polizia che ha caricato. In piazza c’erano anche esponenti politici che strizzano l’occhio alle tifoserie, insomma la follia è trasversale, gli dei colpiscono tutti indistintamente.

Conseguenze? Siamo su un filo di lana, il richiamo costante alla responsabilità dei comportamenti cade sistematicamente nel vuoto. Possiamo solo sperare che qualche divinità ci venga in soccorso, impietosita da tanta follia.

Forse, però, da parte dei commentatori non interisti c’è una punta di invidia. Ora che il primato indiscusso della Juve è venuto meno, quale tifoseria non avrebbe voluto nella propria piazza festeggiare uno scudetto? Pensate se fosse toccato al Napoli, ricordate l’esplosione di gioia degli anni d’oro di Maradona? Altro che mania!

Meglio murí sazzio ca campà diúno. Così ci saremmo consolati. Speriamo che l’anno prossimo, senza più rischi di pandemia, tocchi a noi.