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La prima guerra mondiale energetica

by Pietro Spirito
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Ieri pomeriggio è scoppiata la prima guerra mondiale energetica. C’erano già tutte le premesse nelle settimane scorse con le sanzioni alla Russia che avevano provocato un nuovo incremento generalizzato dei prezzi dei prodotti energetici, a partire dal petrolio e dal gas.

Joe Biden, seguito a ruota da Boris Johnson, ha dichiarato che gli Stati Uniti boicotteranno il petrolio ed il gas russo bloccandone le importazioni assieme alla Gran Bretagna. Immediatamente dopo, Vladimir Putin ha annunciato che bloccherà, o razionerà, il gas russo nei confronti di un elenco di Paesi che il leader russo si appresta a decidere nelle prossime ore.

L’escalation della guerra mondiale energetica è destinata a determinare una serie di conseguenze drammatiche sui mercati mondiali, che non si limiteranno solo alla ennesima crescita dei costi negli approvvigionamenti. Non ci si limiterà solo a questo. Alcuni Paesi entreranno in una crisi energetica che si riverbererà anche sul funzionamento delle industrie, in particolare sulla continuità operativa di quelle energivore.

In Europa, saranno in particolare la Germania e l’Italia a registrare le maggiori sofferenze, per il grado elevato di dipendenza dalle risorse energetiche russe. L’Unione Europea dovrà dimostrare un elevato grado di compattezza e solidarietà tra i diversi Paesi per reggere alla crisi energetica che si annuncia radicale e complessa. Comincia a porsi seriamente la necessità di mettere in comune le riserve energetiche per poter mantenere la solidarietà comunitaria che si è determinata nel corso della crisi ucraina e, prima ancora, con la crisi pandemica.

La terza guerra mondiale non è ancora all’ordine del giorno, pur se i conflitti sul terreno sono molto intensi e non si riesce ad intravedere a breve una soluzione pacifica e negoziata della guerra ucraina. Ma la prima guerra mondiale energetica rischia di essere molto pesante, anche se non cruenta come un conflitto mondiale militare sul terreno.

Non sappiamo se la mossa di Biden sia stata concertata con i Paesi dell’Unione. Ci permettiamo di dubitarne, pur se così si è espresso il Presidente degli Stati Uniti d’America. Il fronte occidentale non è così compatto come sembra. Le sanzioni non sono simmetriche. Provocano più danni all’Unione che non agli Stati Uniti ed alla Gran Bretagna.

Capiremo nelle prossime settimane se questo conflitto energetico sarà destinato anche a modificare con maggiore profondità il sistema delle alleanze internazionali. Certamente pesa in questo momento il fatto che la Gran Bretagna sia fuori dalla Unione Europea. Sarà minore la nostra capacità di resistenza. Soprattutto perché le contromosse di Putin daranno un colpo di maglio ad una Europa poco indipendente sotto il profilo degli approvvigionamenti energetici.