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La qualità dell’ambiente urbano

by Stefano Sorvino
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Il XIII rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano, riferito alla condizione di 119 città italiane nel 2016 e 2017, è stato presentato lo scorso 14 dicembre a Roma presso il Ministero dell’ambiente, dall’ARPA Campania in collaborazione con l’ISPRA ed in rappresentanza del Sistema nazionale delle Agenzie regionali.

 Le aree urbane e metropolitane rappresentano il luogo in cui si concentrano le principali fonti di inquinamento. Infatti, la maggior parte dell’inquinamento atmosferico deriva dal riscaldamento e dal traffico urbano, così come gran parte degli inquinanti idrici e del suolo proviene dai rifiuti liquidi e solidi prodotti dalle città.

Ecco perché il Rapporto risulta particolarmente interessante, sia per la serie di questioni focalizzate (suolo, infrastrutture verdi, acque, qualità dell’aria, ecc.) che per la ricchezza di indicatori e dati significativi che documentano i vari profili della situazione ambientale nei contesti urbani.

I dati elaborati dalle ARPA provengono dal costante controllo e monitoraggio del territorio, con relative analisi e validazioni.

Nel Rapporto si inquadra l’area metropolitana di Napoli, caratterizzata dalla più elevata densità in ambito nazionale, inserita nella più ampia e prolungata conurbazione costiera, ma anche le città intermedie di Salerno e Giugliano e gli altri tre capoluoghi di provincia, con un notevole e variegato paniere di criticità e sofferenze ambientali.

L’inquadramento socio-economico è costituito dagli indicatori demografici, non solo riferiti alla popolazione ma anche alla demografia di impresa, che fotografa la più alta densità di Napoli in ambito nazionale ed il peso del pendolarismo (cosiddetto indice di attrazione pendolare), rilevante ai fini dell’analisi ambientale per le sue conseguenze sulla mobilità urbana e sui flussi di traffico.

Si pone poi la questione del consumo di suolo, con l’analisi delle diverse forme di urbanizzazione, che contribuisce tra l’altro in forma rilevante ai fenomeni alluvionali e di dissesto idrogeologico con la sempre più diffusa impermeabilizzazione di superfici, l’utilizzo sconsiderato di aree a rischio idraulico e da frana e la compressione della rete di drenaggio naturale.

Dagli indicatori risulta che il capoluogo napoletano è una delle città con la più elevata percentuale di suolo consumato, con il 62,5% del territorio comunale occupato da fabbricati, infrastrutture ed altre aree impermeabilizzate.

Come bilanciamento e misure compensative si pone lo sviluppo delle infrastrutture verdi, costituite dal sistema del verde pubblico, dai siti Rete natura 2000, dalle aree agricole urbane e periurbane.

Un altro capitolo assai rilevante è quello relativo all’efficienza dei sistemi fognari e depurativi, laddove le ARPA esercitano i controlli, oltre quelli di supporto all’Autorità giudiziaria, sulla conformità degli scarichi e le azioni di monitoraggio sulle acque costiere di balneazione.

Altrettanto rilevante è il tema della produzione e gestione dei rifiuti urbani, della raccolta differenziata e del controllo continuo della termovalorizzazione con il monitoraggio ordinario e straordinario delle emissioni.

Tema attualissimo è quello della qualità dell’aria, del particolato, delle concentrazioni di polveri sottili (PM10), ultrasottili (PM2,5) e del biossido di azoto e, quindi, dell’inventario delle emissioni con la ricerca delle fonti tra traffico stradale, automobilistico e pesante, caldaie e camini da riscaldamento, grandi infrastrutture di trasporto (porto e aeroporto), opifici inglobati in ambito urbano, esercizi come pizzerie e ristoranti.

Speculare al tema dello smog è quello della inadeguata articolazione della mobilità e del sistema dei trasporti, della vetustà del parco veicolare cittadino, delle insufficienze strutturali e di gestione del trasporto pubblico locale e quindi delle forme di mobilità sostenibile, tra cui quella ciclo-pedonale.

Tra i dati significativi spicca quello negativo relativo alle caratteristiche del parco veicolare, laddove, nel 2016, Napoli presenta la quota più alta (28,3%) di auto private appartenenti alla classe Euro 0 contro una media nazionale del 10,1%.

Inoltre la crescita esponenziale dei perimetri urbani ha prodotto il progressivo inglobamento di molte attività industriali e produttive, determinando elementi di pressione e degrado non facilmente sostenibili.

In definitiva, l’ampliamento e l’approfondimento della base conoscitiva in materia ambientale, soprattutto ad iniziativa delle ARPA, non è azione fine a sè stessa, ma finalizzata sia ad offrire adeguata e corretta informazione ai cittadini in tempo reale, al fine di promuovere il controllo sociale incrementando il livello di consapevolezza e sensibilità, sia a fornire presupposti e strumenti per le politiche di sostenibilità a livello territoriale.

Stefano Sorvino

Commissario ARPA Campania