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Gli autori: Luigi Mosca, comunicazione Arpac; Alberto Grosso, Giuseppe De Palma, Vincenzo Veneruso, Sezione regionale catasto rifiuti Arpac.

 

Uno degli aspetti più conosciuti della situazione dei rifiuti urbani in Campania, dopo il superamento degli anni dell’emergenza, è che purtroppo continuano a non essere abbastanza, sul territorio, gli impianti che dovrebbero garantire il recupero degli scarti che separiamo nelle nostre case. Se i cittadini e i comuni campani sono diventati abbastanza bravi nel separare le varie categorie di rifiuti (la raccolta differenziata è arrivata al 54,7% dei rifiuti urbani prodotti), tuttavia la nota dolente è che finisce fuori regione una parte consistente degli scarti che differenziamo. Con un indubbio aggravio dei costi, sia in termini economici che ambientali.

C’è però una filiera che fa eccezione, ed è quella della carta e cartone, che può essere considerata un’eccellenza in termini di economia circolare. Su 221mila tonnellate di questa tipologia di rifiuti, differenziate nel 2021 in Campania, ben il 98,5% è stato trattato in impianti campani. Di questo importante risultato, e delle caratteristiche della filiera, hanno di recente parlato al Politecnico di Milano i tecnici Arpac della Sezione regionale del Catasto rifiuti, nel corso della giornata di studio “Rifiuti e Life Cycle Thinking” promossa, tra gli altri, da Conai e Comieco.

Nel loro intervento i tecnici Alberto Grosso, Giuseppe De Palma e Vincenzo Veneruso hanno ricordato che ogni 100mila tonnellate di carta e cartone recuperati può generare un valore aggiunto di 80 milioni di euro, creando circa 300 posti di lavoro. Visto che si stima che, in un anno, si producano circa 430mila tonnellate di rifiuti in carta e cartone nella regione, le 221mila tonnellate raccolte con la differenziata significano che viene separato circa il 50% di questa tipologia di rifiuti. La gran parte dei flussi è gestita da impianti del circuito Comieco, che hanno avviato a recupero 182mila tonnellate, corrispondendo ai 465 comuni convenzionati oltre 15 milioni di euro.

Sono in tutto 68 gli impianti campani che ricevono rifiuti di carta e cartone dai comuni della regione. Tra questi ci sono i 30 impianti di recupero e le due cartiere del circuito Comieco. I tecnici dell’Arpa Campania hanno condotto un’analisi più approfondita su 21 impianti della filiera. Questi ultimi, presi nel complesso, hanno trattato circa 300mila tonnellate di questo tipo di rifiuti in un anno: 206mila in arrivo dalla raccolta differenziata dei comuni campani, 9mila provenienti da altre regioni e 85mila dalla raccolta di rifiuti speciali. Questa analisi ha dimostrato che 243mila tonnellate, cioè più dell’80% dei rifiuti conferiti in questi impianti, sono state trasformate in “end of waste”, cioè sono tornate al processo industriale di produzione della carta, chiudendo il cerchio di produzione, consumo e recupero. Anche se tutto il processo va ancora migliorato (ad esempio, va sicuramente aumentata la quota di raccolta differenziata della carta, inferiore all’obiettivo del 60% stabilito dal piano regionale), tuttavia si può dire serenamente che in questo settore l’economia circolare ha già preso forma. È una realtà concreta, cioè – per usare un gioco di parole – non è solo sulla carta.