Home Cultura LE CITAZIONI: Lasch. La democrazia merita di sopravvivere?

LE CITAZIONI: Lasch. La democrazia merita di sopravvivere?

Christopher Lasch

by Ernesto Scelza
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“La democrazia merita di sopravvivere?” è il titolo del quarto capitolo de “La rivolta delle élite”. Il tradimento della democrazia, pubblicato nel 1995, l’anno dopo la morte del suo autore, il sociologo Christopher Lasch, che evidenziò i profondi cambiamenti che stavano investendo la società statunitense, prefigurando la nascita dei populismi odierni. Come si sottolinea nella presentazione, “Lasch osservava, preoccupato, la rottura del legame sociale provocato dalle nuove classi dirigenti, le quali si erano separate in maniera completa, quanto a interessi e stile di vita, dalle masse popolari”.

 

«Le ideologie di destra e quelle di sinistra sono ormai così rigide che le nuove idee hanno ben poco impatto sui loro aderenti. I fedeli, che, di norma, si rifiutano di prendere in considerazione gli argomenti e gli eventi che potrebbero mettere in discussione le loro convinzioni, non cercano più di impegnare gli avversari nel dibattito. Le loro letture consistono, nella maggior parte, di opere scritte da un punto di vista identico al loro.

(…) Gli ideologi di destra e di sinistra, invece di affrontare gli sviluppi politici e sociali che tendono a mettere in discussione le verità rivelate tradizionali, preferiscono scambiarsi reciproche accuse di fascismo e di comunismo, in spregio dell’ovvia constatazione che né il fascismo né il comunismo rappresentano esattamente il futuro. E la loro visione del passato non è meno distorta di quella dell’avvenire.

(…) La diffusione sempre più evidente dell’inefficienza e della corruzione, la caduta della produttività americana, la tendenza a privilegiare il profitto speculativo a scapito dell’attività manifatturiera, il degrado delle infrastrutture del paese, lo squallore delle nostre città infestate dal crimine, il crescere rovinoso e allarmante della povertà, l’allargarsi, moralmente ripugnante e politicamente esplosivo, delle disparità tra poveri e ricchi sono tutti sviluppi la cui minaccia per il futuro non possiamo continuare a ignorare o a nascondere e che hanno riaperto il dibattito storico sulla democrazia.

Proprio nel momento del suo massimo trionfo sul comunismo, la democrazia si trova sotto tiro nella sua stessa patria e le critiche sono destinate ad aumentare, se la situazione continuerà a degenerare al ritmo attuale. Istituzioni formalmente democratiche non sono in sé garanzia di un ordine sociale praticabile, come sappiamo dall’esempio dell’India e dell’America Latina. Quando le condizioni di vita nelle città americane si avvicinano sempre di più a quelle del Terzo Mondo, la democrazia deve dar prova una volta di più di sé stessa.

(…) Il problema non è semplicemente quello di chiederci se la democrazia possa sopravvivere. Certo, basterebbe questa domanda per farci capire quanto siano pressanti i problemi che siamo sempre stati così ansiosi di evitare, ma quello che dobbiamo davvero chiederci, naturalmente, è se la democrazia meriti di sopravvivere. Nonostante tutti i suoi vantaggi intrinseci, infatti, la democrazia non è un fine in sé. Essa va giudicata in base ai suoi successi, alla sua capacità di produrre beni superiori, opere d’arte e di cultura superiori, un tipo superiore di carattere (…).

Degli standard comuni sono assolutamente indispensabili a una società democratica. Le società organizzate attorno a una gerarchia di privilegi possono permettersi degli standard multipli, ma una democrazia no… Il riconoscimento dell’eguaglianza dei diritti è condizione necessaria, ma non sufficiente di una cittadinanza democratica.»

Christopher Lasch, La rivolta delle élite. Il tradimento della democrazia.