A cinquant’anni dal primo romanzo dedicato alla figura e alle inchieste del Commissario Maigret, “Pietr il Lettone”, Georges Simenon, scrive questa “Lettre à Monsieur et Madame Maigret”, che appare su “Le Nouvel illustré”, il 3 ottobre 1979, quindi come prefazione a “La Première Enquéte de Maigret” (Edito-service, Genève, 1980), e infine pubblicata in “Adelphiana, 1963-2013” nella traduzione di L. Frausin Guarino.
«Losanna, 26 settembre 1979
Ai signori Maigret
Pensionati
Meung-sur-Loire, Francia
Caro Maigret,
immagino che rimarrà sorpreso nel ricevere una mia lettera, dal momento che sono circa sette anni che non ci frequentiamo più. Quest’anno cade il cinquantesimo anniversario del giorno in cui abbiamo fatto conoscenza, a Delfzij. Allora lei aveva più o meno quarantacinque anni. Io venticinque. In seguito, però, per un bel pezzo lei ha avuto la fortuna di non invecchiare. Solo alla fine delle nostre avventure e dei nostri periodici incontri lei è arrivato ai cinquantatré, perché a quell’epoca i poliziotti andavano in pensione a cinquantacinque anni, e questo valeva anche per un commissario capo della Polizia giudiziaria quale lei era.
Che età avrebbe, oggi? Proprio non lo so, considerato il privilegio di cui ha così a lungo goduto. Io, invece, che sono invecchiato come i comuni mortali, e cioè molto più in fretta di lei, ho superato da un bel po’ i settantasei. Non so neanche se ha sempre la sua casetta di campagna a Meung-sur-Loire e se va ancora a pesca con la lenza; se continua a occuparsi del giardino con in testa un gran cappello di paglia; se la signora Maigret le prepara sempre quei deliziosi manicaretti che tanto le piacciono e se le capita, come capitava a me quando avevo la sua età, di andare a farsi una partita a carte nel caffè del paese.
Ormai siamo in pensione tutti e due e, lo spero per lei, entrambi liberi di assaporare le piccole, semplici gioie della vita, di respirare l’aria fresca del primo mattino, di osservare con curiosità la natura e le creature intorno a noi.
Ci tenevo ad augurarle buon anniversario, a lei e alla signora Maigret. Le dica che grazie a un certo Courtine, che potrebbe a buon diritto fregiarsi del titolo di re dei gastronomi, le sue ricette di cucina hanno fatto il giro del mondo e che, per esempio, in Giappone o in Sudamerica, ci sono buongustai che non tralasciano mai di mettere nel coq au vin un goccetto di acquavite di prugne.
Quanto a coloro che le sono subentrati al Quai des Orfèvres, caro Maigret, sappia che molti hanno adottato il suo modo di condurre le inchieste, e anche le sue manie, e alcuni di questi, dopo essere andati in pensione, hanno scritto le loro memorie facendo seguire il proprio nome dalla dicitura: “alias il commissario Maigret”.
È un omaggio pienamente meritato. Vi abbraccio con viva commozione, lei e la signora Maigret, che probabilmente non sospetta che molte donne la invidiano, che molti uomini vorrebbero aver sposato una donna come lei e che, tra le altre, c’è un’incantevole giapponese che interpreta il suo personaggio in una serie televisiva, mentre un giapponese si cala nei suoi panni di commissario.
Affettuosamente,
Georges Simenon»
Georges Simenon. Lettera al signore e alla signora Maigret.