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L’intervento dell’Arpac al Forum di Carditello

by Stefano Sorvino
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Vi proponiamo, in sintesi, l’intervento del Direttore Generale dell’Arpac – Stefano Sorvino – al “Forum di Carditello” sulle buone pratiche per la Campania Felix. Al convegno hanno, tra gli altri, partecipato: Annamaria Colao, Cattedra UNESCO Educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile; il Presidente della Fondazione Carditello, Luigi Nicolais; Maria Antonietta Troncone, Capo della Procura di Napoli Nord; Filippo Romano, Incaricato per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti in Campania.

 

E’ altamente simbolico il Real Sito di Carditello che esprime le contraddizioni di questo territorio. Un sito di grandissimo rilievo come bene culturale in un’area che, nell’arco di pochi chilometri, contiene una serie di siti, tra impianti, discariche ed ex discariche, dette anche siti di stoccaggio delle ecoballe, che ovviamente sono siti sensibilissimi dal punto di vista ambientale e che sono oggetto della nostra attività, straordinaria nell’intensità, di controllo e monitoraggio per la sicurezza del territorio. Peraltro, non a caso questo sito è in fase di forte e dinamica valorizzazione, oggetto di un recente indirizzo del governo regionale che ha previsto di farne la sede di un centro di monitoraggio ambientale integrato, anche con cospicui investimenti per circa sette milioni e mezzo di euro, ripartiti tra i vari Enti tra cui la stessa Arpac che io rappresento, per il potenziamento delle attività di monitoraggio anche attraverso le nuove tecnologie.

Siamo al centro di quel territorio, appellato come Terra dei Fuochi, che da anni vede una concentrazione che è un unicum a livello nazionale. Dal punto di vista della ricerca, che costituisce il presupposto anche di concrete azioni di carattere tecnico operativo a livello sia nazionale che regionale, con il concorso e l’interazione di una serie di Enti espressione sia della sanità che dell’ambiente che delle politiche agroalimentari. Svolgendo un ruolo fondamentale, perché occorre una particolare sinergia per verificare, da un lato, la questione del nesso eziologico tra inquinanti e patologie e, dall’altro, valutare la eventuale contaminazione degli inquinanti nel ciclo alimentare.

Su questo territorio noi abbiamo una legislazione speciale dello Stato che, unico caso in Italia, chiama in causa, tra gli altri, direttamente un’agenzia regionale, perché di solito si fa riferimento al sistema nazionale agenziale nel suo complesso, prevedendo tra l’altro un’attività che sta andando, sia pure molto gradualmente, avanti: il censimento e classificazione di questi suoli agricoli, per i quali esiste un regolamento ministeriale varato due anni fa che probabilmente è il frutto e l’applicazione in ambito nazionale delle esperienze maturate in questo territorio, dove stiamo elaborando un modello tecnico scientifico esportabile in ambito nazionale.

Quindi un’attività ordinaria particolarmente intensa di controllo e di monitoraggio. Monitoraggio in senso ampio e di matrici ambientali, l’acqua, l’aria, il suolo e il sottosuolo. Controllo puntuale e sistematico delle attività e degli impianti. Poi ci sono le azioni di carattere straordinario, tutte quelle che afferiscono appunto alla cosiddetta Terra dei Fuochi che è quindi indagata attraverso azioni per area vasta e, naturalmente, l’esito delle indagini ha conseguenze di carattere giuridico sulle aree che risultano compromesse dai fenomeni di inquinamento.

Sul piano ordinario, dicevo, questa è un’area ad altissima concentrazione. Perché nello spazio di pochi chilometri abbiamo gli impianti di Maruzzella 1 e 2, Maruzzella Nuova, Pozzo Bianco, Ferrandelle e Parco Saurino. Il Dipartimento provinciale di Caserta dell’Arpac, e ringrazio il Direttore dott. Salvatore Di Rosa e il dott. Francesco Del Piano che è uno dei principali esperti, svolge un’attività continua su questo territorio.

Abbiamo poi l’azione straordinaria nell’ambito del gruppo nazionale Terra dei Fuochi, coordinato a livello centrale dal Comandante dei carabinieri forestali, dove c’è l’integrazione della componente ambientale, di quella sanitaria e di quella agroalimentare, con i relativi enti e strutture operative. Noi abbiamo una task force che impegna non soltanto tecnici del dipartimento territoriale, ma di tutta la struttura dell’Arpac, coordinata dalla direzione tecnica ed anche con il supporto di una nostra società in house, l’Arpac Multiservizi, per svolgere la nostra parte nell’ambito di queste attività estremamente impegnative.

E’ un lavoro che vede un impegno di livello nazionale, anche se poi stentano i finanziamenti che sono necessari per queste attività che sono estremamente onerose. Abbiamo dei gruppi di lavoro e degli organismi di coordinamento a livello regionale. Abbiamo ovviamente l’impegno delle Autorità giudiziarie attraverso una serie di protocolli che, anche qui, mettono in sinergia l’impegno dei vari enti. Abbiamo persino l’operatività di organismi straordinari per il contrasto al fenomeno dei roghi.

La problematica è sicuramente complessa, ma sicuramente c’è una forte azione non soltanto di indagine ma anche di intervento che va portata avanti. Fondamentale è tenere alta l’attenzione, potenziare gli strumenti e le strutture. Anche noi che siamo operativi, e lo siamo con difficoltà perché ovviamente anche la nostra Agenzia ha professionalità, competenze ed esperienze ma dei limiti di carattere strutturale che risiedono anche nella sotto dotazione organica e strutturale, tuttavia poniamo il massimo impegno.

Lo sforzo di individuare, materialmente ed anche simbolicamente, questo luogo come un centro di monitoraggio ambientale, con le azioni di investimento che sono state concretamente finanziate e che sono in fase di attivazione, è un segnale concreto in questo senso.

Il profilo comunicativo è importante. E’ importante ovviamente alimentare un dibattito, anche con le esperienze maturate a livello tecnico scientifico. E’ importante anche coltivare una corretta comunicazione, senza indulgere mai alla tentazione né della sottovalutazione né della enfatizzazione del problema, ma con dati tecnico scientifici costantemente arricchiti ed integrati. Io, come Arpac, tendenzialmente preferisco il basso profilo e mi sono concentrato sull’aggiornamento e l’arricchimento del sito istituzionale, del portale Arpac che, anche sulla Terra dei Fuochi, è aggiornato e ricco di informazioni.