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Matera 2019: un’altra Basilicata, un altro mondo

by Piera De Prosperis
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“Lucania ’61” è la grande composizione pittorica che Carlo Levi realizzò per descrivere la regione Basilicata e per onorare il suo amico lucano, il poeta Rocco Scotellaro. La tela, di notevoli dimensioni, rappresenta un ciclo storico-narrativo di immagini in cui si intersecano la cruda realtà della Basilicata dell’epoca, ferma da tempo immemore, e l’incidenza che Scotellaro ebbe in essa. E’ esposta nella Sala Levi del Museo nazionale d’arte medievale e moderna di Matera, a Palazzo Lanfranchi. L’opera fu commissionata dal Comitato per le Celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia per rappresentare la Basilicata alla mostra Italia 61, inaugurata a Torino nel maggio del 1961. Lo stesso Levi commentò il dipinto evidenziando nel telero alcuni gruppi umani particolarmente significativi per conoscere la realtà della Lucania nel tempo in cui Scotellaro vi operò. Rileggiamone un passaggio.  “Ecco il quadro, guardiamolo ora insieme nelle sue parti in modo semplice e diretto come io spero di averlo dipinto. Ecco davanti a noi è la Lucania con il suo contenuto di umanità, di dolore antico, di lavoro paziente, di coraggio di esistere. Un paese intero vive in quest’opera, nelle vicende e nei volti dei suoi personaggi. Partendo dall’immobilità millenaria, fuori dalla storia, queste persone si affacciano all’esistenza e il loro percorso, come quello del quadro, è, in breve spazio, lunghissimo come un trascorrere dei secoli”. Era il 1961. Il testo di Levi sostanzia l’immagine ancora legata al marchio infamante di vergogna nazionale.

Siamo a 60 anni da quelle parole. Un altro mondo, un’altra Matera, un’altra Basilicata.

La rinascita graduale ma costante di questa bistrattata terra del Sud ha trovato la sua acme nel riconoscimento di Matera quale capitale della cultura 2019. Tanto è stato fatto: crescita economica, culturale, turistica. Il flusso di visitatori è stato imponente. Tante opere realizzate ma anche tante ancora da concludere. Mi piace ricordare l’iniziativa Gardentopia, che ha visto 3.800 persone partecipare alla trasformazione di zone urbane dismesse in aree verdi, quali aiuole, giardini e orti, in 26 comuni della Basilicata. Sono stati piantati quasi 3mila alberi, riqualificati 14 giardini, 13 orti sono stati affidati a singoli cittadini e 7 a scuole pubbliche. Un’azione concreta di tutela ambientale che guarda al futuro ed alla sostenibilità, riconoscendo i danni compiuti al territorio e cercando di porvi rimedio gettando semi.

Non a caso l’esperienza materana sta facendo scuola. La Fondazione Matera-Basilicata 2019 offre le competenze acquisite sul campo alle città che intendono proporsi per successive esperienze come capitale della cultura. Molto interessanti sono gli studi valutativi con cui, attraverso il monitoraggio e la valutazione dei risultati di Matera Capitale europea della cultura 2019, la Fondazione si propone di testare quali cambiamenti si siano prodotti in termini economici, sociali e culturali. In questo modo non solo sono stati misurati i risultati ottenuti, ma sono state elaborate indicazioni per il futuro di Matera e della Basilicata, oltre che di ogni altra città o territorio che intenda ripensarsi attraverso la cultura.

Quali sono gli ambiti valutativi in cui è possibile tracciare l’eredità di questa esperienza? Gli impatti sull’economia e il turismo, gli effetti sul rafforzamento delle filiere culturali e creative, l’accesso alla cultura, la co-creazione e la partecipazione attiva dei cittadini, il portato trasformativo sugli spazi urbani, Matera 2019 e la sua legacy.

Questo ultimo ambito è stato scelto per analizzare il ruolo svolto dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 e ragionare, di conseguenza, sulle sue possibili funzioni future. Valutare per riprogettare, per curvare l’impegno sulle necessità future o su quanto ancora di incompleto rimane. Nell’aver fatto tesoro di quanto prodotto, nell’aver saputo esaminare i vantaggi conseguiti e nell’aver riconosciuto gli errori commessi si capisce quanto la regione Basilicata e la città di Matera, con la sua Fondazione, siano nella modernità e quanto il quadro di Levi rappresenti un’immagine ormai per fortuna trascorsa.

Rimane intatta e moderna la figura di Rocco Scotellaro: Io sono un filo d’erba / un filo d’erba che trema. / E la mia Patria è dove l’erba trema. / Un alito può trapiantare / il mio seme lontano.

Cosa ci dice il sindaco-poeta di Tricarico: “La società dello sperpero e dello sfrenato consumismo può e deve trovare modello nella frugalità contadina che era saggezza per sopravvivere nelle condizioni piene di rischi e limitate risorse, mentre ora diventa misura per opporsi alla hybris della modernità che non conosce limiti. Oggi che quasi tutti i vincoli di solidarietà sociale sono saltati, o stanno per saltare stremati dalla vittoriosa prepotenza del capitale finanziario, occorre ripartire da una nuova centralità del soggetto eticamente rinnovato e dallo spirito comunitario”. (F. Vitelli)

La speranza e l’augurio è che la Basilicata e Matera possano, alla luce del loro passato, dell’esperienza fatta e delle considerazioni compiute, non tradire mai le proprie radici ma operare perché esse si propaghino verso una consapevole modernità.