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Miasmi a Giugliano: individuate le prime cause

by Flavio Cioffi
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Sono ormai alcune settimane che a Giugliano (e non solo) si avvertono disgustosi miasmi che ammorbano l’aria. Quelli che vengono tecnicamente definiti, quasi con un eufemismo, molestie olfattive. Il Dipartimento di Napoli dell’Arpac, guidato dallo scorso agosto dal dott. Dario Mirella, è sceso in campo per capire la natura e le cause del fenomeno.

Dottor Mirella, cosa è successo esattamente?

Sono partite in maniera abbastanza sistematica segnalazioni di pesanti miasmi che investivano non solo Giugliano ma anche altri centri, come Qualiano e Parete, e che venivano descritti come riconducibili a rifiuti e materiale in putrefazione.

Odori insopportabili è stato detto.

L’intensità definisce l’insopportabilità. Il fastidio che può dare un odore non necessariamente è legato alla sua tipologia. C’è chi può trovare fastidiosissimo anche un odore di pasticceria, se è prolungato e molto intenso. E in questo caso si tratta appunto di odori intensi, addirittura alcuni hanno detto che facevano bruciare gli occhi. Soprattutto nelle ore notturne, che sono ore di particolare sensibilità perché si attenuano gli stimoli esterni da rumore, luce ed altro e le persone sono più sensibili, anche agli odori.

In quanti sono rimasti coinvolti?

Inizialmente non è stato possibile valutare questo aspetto in maniera precisa, perché le segnalazioni ci sono pervenute dai Comuni che si limitano a comunicarci di essere stati chiamati dai cittadini. Quindi è difficile trovare una correlazione precisa tra la quantità delle segnalazioni e i luoghi ai quali si riferiscono. Successivamente abbiamo cercato di approfondire, perché è un aspetto importante, ed è emerso che il fenomeno è andato man mano intensificandosi. Sono arrivate segnalazioni anche da altri Comuni e si è creato un disagio sociale che ha determinato addirittura manifestazioni di protesta.

Chi ha chiamato l’Arpac?

Inizialmente nessuno, poi ci sono arrivate richieste di intervento dal Comune di Giugliano e dai Carabinieri dei NOE. Per quanto mi risulta, attualmente ci sono due fascicoli aperti sulla questione da parte di due PM diversi. Quindi è intervenuta anche la Prefettura creando un tavolo tecnico, al quale noi partecipiamo, e coordinando le attività.

Cosa avete fatto concretamente?

Il problema era quello di identificare innanzitutto la provenienza dei miasmi. Siamo quindi intervenuti sul posto e abbiamo verificato che si tratta di molestie olfattive derivanti presumibilmente da insediamenti produttivi che trattano in qualche modo materiale organico che può andare in decomposizione. Impianti di trattamento dell’umido, impianti di compostaggio, di lavorazione di scarti animali, depurazione di acque reflue, tutti impianti che se condotti in maniera non ottimale possono determinare questo genere di odori.

Quindi niente roghi né discariche, abusive o meno che siano?

Abbiamo affrontato anche questa possibilità, ma non abbiamo trovato riscontri e neanche i VV.FF.

Ma esiste pericolo per la salute pubblica?

Qualsiasi pericolo viene classificato come pericolo cronico o pericolo acuto. In questo caso non c’è alcun pericolo acuto, nel senso che gli odori riscontrati sicuramente non provocano alcun danno immediato alla salute. Questo non vuol dire che non incidano sulla qualità della vita delle persone che si trovano sul territorio. Il fastidio è innegabile, soprattutto perché non è legato ad eventi occasionali ma la problematica si sta sviluppando, ormai, da circa un mese. Il problema è andare sul territorio e identificare con chiarezza le cause, il che non è semplice.

E come state procedendo?

Con un presidio del territorio interessato molto maggiore di quello usuale. Polizia, esercito ed Arpac si sono concentrate su una zona abbastanza ristretta, creando forse anche un deterrente che ha determinato una graduale diminuzione del problema, passando al pettine tutti gli insediamenti che potevano determinare il problema.

Con quali esiti ad oggi?

Esiti certi e definitivi non ci sono ancora. Per il momento abbiamo rilevato piccole situazioni, gestioni migliorabili per taluni aspetti, dettando prescrizioni ad alcuni impianti. Ma potrebbe anche risultare che il problema sia stato causato da un insieme di circostanze, magari nel frattempo rimosse, e non dipenda da un’unica matrice. Sarà tutto più chiaro quando avremo esaminato tutte le possibili fonti in questo momento al vaglio, e ciò richiederà tempo. L’attività sinergica di presidio del territorio ha comunque portato dei risultati. La collaborazione congiunta tra enti e forze di polizia impegnate sulla problematica, ha permesso di risalire ad una fonte di molestie olfattive in un’area poco distante da Giugliano. Sono in corso accertamenti sul depuratore di una grossa azienda e sono già emerse numerose criticità soprattutto nel controllo delle emissioni.

 

In questo scenario l’aiuto dei cittadini appare molto importante.

Sicuramente si. Il cittadino si deve sentire la sentinella del territorio, perché così facendo funge da sensore delle problematiche ambientali e, segnalandole, orienta il nostro lavoro sul problema specifico. Anche semplicemente dire c’è un problema di miasmi a Giugliano, specificando il più possibile l’area interessata, ci aiuta moltissimo.

E l’Arpac ha creato degli strumenti a tal fine.

Si. Tramite un canale Telegram i cittadini possono segnalare non solo l’ora e il giorno ma anche le coordinate del punto in cui stanno rilevando una molestia olfattiva. Classificandola semplicemente come intensa, poco intensa o appena percepibile. Questo serve per definire una mappa e verificare le segnalazioni in un determinato lasso di tempo: quante, dove e di quale intensità. Intrecciando queste informazioni con l’andamento e l’intensità del vento nel corso della giornata, noi possiamo risalire alle probabili sorgenti delle molestie.

Quindi possiamo dire ai cittadini: dateci una mano a darvi una mano?

Proprio così. I cittadini non devono mai avere l’impressione che sia tempo perso. E’ un gesto che richiede pochi secondi e il beneficio che ne ricaviamo tutti è inestimabile.