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Mick Jagger 80

by Piera De Prosperis
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Avere 80 anni e non sentirli. Avere 80 anni ed essere ancora una star. Avere 80 anni e correre sul palco facendo la linguaccia. Avere 80 anni ed essere Mick Jagger. Sessanta anni di carriera ininterrotta… sarà questo il suo segreto di lunga vita? Il desiderio di essere non solo se stesso ma soprattutto continuare ad interpretare quella leggenda del rock che fa sentire anche noi vivi e vitali. Finalmente un’immagine della vecchiaia lontana dagli stereotipi del disagio, della solitudine, della dipendenza da figli e nipoti. La sua festa di compleanno, il 26 luglio scorso, si è tenuta nel castello di Pocé sul Cisse, vicino Amboise. Immagino gli ospiti e il tenore del festeggiamento! Eppure stiamo parlando di un patriarca: otto volte padre da cinque donne diverse, nonno e bisnonno. Ma è Mick Jagger, ragazzi! A più di cinquant’anni dagli esordi, gli stadi continuano ad essere pieni. E quanti di noi se solo non sentissimo gli acciacchi non andrebbero a sentirlo! Dopo 25 album in studio con gli Stones, quattro da solista ed innumerevoli storiche collaborazioni, ogni previsione di fine carriera viene sistematicamente smentita. A chi gli chiede come si preparino gli Stones prima dei concerti dichiara: Certi giocano a ping pong, altri fanno l’amore.

Del resto per chi ricorda quei ruggenti anni, la disputa tra le due grandi band inglesi si basava proprio su questo bipolarismo: i Beatles espressione del desiderio di un mondo migliore, di sentimenti vissuti alla luce del sole senza inganni ed infingimenti; gli Stones incarnazione di una gioventù selvaggia, pronta a lanciarsi contro l’establishment, portavoce di una generazione che voleva rompere le regole, ribelli che incarnavano l’anima della controcultura. Due facce della stessa medaglia, tutto sommato.

L’ex cantante dei Led Zeppelin, Robert Plant, ha proposto una salomonica soluzione alla storica disputa tra le due band: “McCartney dovrebbe semplicemente suonare il basso con gli Stones”.

Si chiuderebbe il cerchio anche della nostra gioventù, delle nostre serate estive intorno ai falò a citare polemicamente, tra gruppi schierati, ora questa ora quella canzone.  Da un lato gli apollinei, i Beatles, con la faccia da bravi ragazzi, uniti da una forte amicizia, che in poco meno di un decennio hanno stravolto la fisionomia della musica pop. Dall’altro i Rolling Stones, i diabolici rappresentanti di un rock sboccato e trasandato, inaffidabili, individualisti, la band più longeva di sempre (Gino Castaldo). Apollo e Dioniso le due divinità che incarnano l’anima dell’uomo, la ragione e la sensualità, il dovere ed il piacere. Oggi per noi degli anni ’60 Apollo non ha rivali, ma sotto sotto come ci piacerebbe dare a spazio a Dioniso!

Tanti auguri Mick, non cedere mai!