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Napul’è: lingua, cultura, arte e “sapé campà”

by Federico L. I. Federico
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Napul’è mille culure, Napul’è mille paure, Napul’è ‘a voce d‘e criature.  

Questo è l’inizio della bellissima canzone che nel 1977 consacrò definitivamente il nostro mai troppo rimpianto Pino Daniele. Egli rimise così Napoli e la sua multiforme complessità culturale al centro della scena, non solo nazionale. E non solo di quella canora.

In questi quarant’anni il mito di Napoli si è alimentato e consolidato fino a far ri-diventare Napoli stessa una delle mete del turismo nazionale e internazionale. Intanto il Napoletano è stato riconosciuto dall’UNESCO nel 2014 come una Lingua a tutti gli effetti, da proteggere e perpetuare. E i numeri delle presenze turistiche a Napoli corrono anno dopo anno con una progressione insospettabile soltanto pochi anni fa. Tante le iniziative che concorrono a imporre una nuova immagine di Napoli e della sua bellissima Lingua, nonostante l’azione corrosiva degli abusati luoghi comuni riguardanti la confusione, il traffico, l’igiene, la camorra. Ne abbiamo citati i più ricorrenti, ma potremmo continuare. Tra le iniziative positive e propositive invece citiamo quella che si è svolta a Pianura in questi giorni alla presenza dell’assessora alla scuola e all’istruzione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri. Si è chiuso infatti il primo modulo del Progetto sviluppato dai bambini della Scuola primaria dell’Istituto I.C. Palasciano di Napoli. Tale modulo si inserisce nel più ampio progetto “NAPOLI: parole, suoni e colori“.

L’innovativo percorso didattico sul tema “Napoli, Lingua e Cultura” è stato condotto con successo dalla Accademia Napoletana per la tutela e promozione della lingua e cultura napoletane, guidata da Massimiliano Verde. L’apertura alla lingua napoletana e alla sua storia si deve alla sensibilità della dirigente scolastica Maria Luisa Salvia che ha attivato allo scopo la docente Nunzia Carlevalis.

Da noi sentito, il presidente Verde ha tenuto poi a precisare che il lavoro svolto a Pianura s’inserisce nel più ampio progetto internazionale della sua Accademia, definito “NUJE”, perché fatto per i “napoletani” di Napoli e del mondo intero, legati indissolubilmente dalla lingua comune al di là dei confini geografici e culturali.

Nel caso di Pianura il modulo formativo è stato finalizzato all’apprendimento delle regole base della lingua napoletana. Si spera così di riuscire ad evitare che i ragazzi perdano le radici stesse della propria e nostra lingua. Questo è il rischio concreto, se i loro modelli di riferimento sono i messaggi zeppi di strafalcioni ortografici in lingua napoletana fatta di consonanti appiccicate le une alle altre in un groviglio quasi trogloditico.

Questa tipologia di messaggi però abbonda attualmente nel WEB e si diffonde attraverso i Social. Ma compare anche sui tabelloni pubblicitari e sui manifesti affissi ai muri nella Città di Napoli e un po’ dappertutto in Campania. Sono messaggi che offendono un patrimonio linguistico inestimabile, riconosciuto come Lingua di Stato in tutto il Regno di Napoli e Lingua diplomatica internazionale fin dal Rinascimento Aragonese, cioè da quasi sei secoli. Non a caso, opportunamente, le attestazioni di frequenza del corso, oltre che in italiano, sono state redatte anche in Napoletano. Deo gratias! Ci vien da dire.

Ai ragazzi – ampiamente coinvolti dall’esperienza singolare – è stata dunque aperta anche una finestra di attenzione sulle origini della lingua napoletana, nonché sull’arte e sulla cultura partenopea e campana in generale, dando loro modo di attingere una formazione più completa, di tipo multidisciplinare ma anche interculturale.

D’altra parte, il percorso con l’Istituto Palasciano, curato dall’Accademia Napoletana, è stato già inserito nella pagina web dell’International Year of Indigenous Languages 2019 – anno internazionale delle lingue autoctone – cui il dott. Verde collabora per la difesa del Napoletano, essendo stato interlocutore UNESCO per la Giornata Internazionale della Lingua Materna 2018 e 2019. A Pianura, in chiusura della manifestazione è stato inviato anche un radiomessaggio di saluto da parte dei ragazzi a Josephine Buscaglia Maietta, di chiarissime origini italiane, che a sua volta lo ha riprodotto nel suo programma radiofonico settimanale, dal significativo titolo “Sabato Italiano”. E Josephine ha ricambiato, stabilendo un contatto transoceanico diretto ed entusiasmante con la scuola napoletana.  

Lo slogan con cui si è chiusa la manifestazione, redatto dai ragazzi è: Napoli non è solo quella che ci descrivono… ma è lingua, cultura, arte e “sapé campà“.

Noi ci uniamo a loro. Con convinzione, tant’è che ne facciamo il titolo di quest’articolo.