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Non è bella la nuova Piazza Municipio

by Piera De Prosperis
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Avete visto Piazza Municipio libera dal cantiere della Metro? Cosa ne pensate? Le immagini rimandano uno spazio ben diverso da come lo ricordavamo. Del resto sono passati venti anni e c’è una buona fetta della popolazione che non l’ha mai visto senza transenne, gru, pannelli di alluminio ondulato. Insomma i giovani saranno rimasti sorpresi da tanta estensione, i meno giovani sorpresi invece dalla colata di cemento che ha definitivamente sommerso i ricordi della fontana e dei giardinetti che c’erano una volta. Sulla mancanza di verde il Sindaco ha chiarito che gli alberi non potevano essere piantati perché il piano di calpestio è il tetto della stazione e le radici avrebbero creato problemi. Nel sottosuolo passano la Linea 1 e la Linea 6 ed è questo il valore dello spazio nudo che vediamo, quello di coprire uno scrigno di meraviglie tecnologiche. D’estate sarà come passeggiare nel Sahara. Meno male che ci sono gli scavi archeologici a cielo aperto che consentiranno un bilanciamento visivo con tanta modernità.

La guida di Napoli del Touring così descrive la piazza: si allunga vasta, lievemente acclive, abbellita da aiuole e fontane, tra il Palazzo del Municipio a ovest e il porto a est, avendo per mirabile sfondo da un lato la collina di S.Martino con la bianca Certosa e il Castel S. Elmo, e dall’altro, all’orizzonte, il caratteristico cono del Vesuvio .   

Quella che la guida così impressionisticamente descrive è la sistemazione geometrizzata del Risanamento, negli ultimi decenni dell’800, quando lo sventramento di quell’area a causa dell’ennesima epidemia di colera spinse ad un intervento radicale per curare il ventre di Napoli. In epoca vicereale era, invece, uno spazio aperto utilizzato per le manovre delle truppe che presidiavano il palazzo reale. Vi hanno lavorato nel passato architetti come Antonio da Settignano e Domenico Fontana. Si è dato da fare in maniera massiccia Achille Lauro, i cui interventi sull’arredo urbano avvenivano spesso di notte per evitare le proteste dei napoletani che la mattina a cose fatte si trovavano davanti una piazza del tutto diversa.

In realtà questo ampio spazio era l’antico porto di Neapolis di cui sono stati rinvenuti la banchina portuale, un complesso termale ed alcune torri di vedetta del vicino Maschio Angioino. Nel 2004 furono trovate anche tre navi di epoca romana.

Qualche considerazione. Una straordinaria stratificazione urbana è la cifra più significativa di Napoli, che se non è forse la città più bella d’Italia ma è certamente la più leggibile nei suoi successivi impianti. Ogni intervento ha avuto un valore politico che nella piazza ha trovato il suo modo di esprimersi. E oggi? Quella brutta colmata di cemento che copre le linee della metro ed il collegamento con il porto cosa ci dice? Che il verde ormai è fuori dall’impianto urbano anzi può essere pericoloso, che la vera vita scorre sotto l’impiantito e che la cittadinanza subisce sperando che almeno i trasporti pubblici funzionino. L’archistar portoghese Alvaro Siza, autore del progetto, ha avuto l’intento, ha detto il sindaco Manfredi, di consentire la visione del mare da Palazzo San Giacomo, asfaltando tutto il resto. Ovviamente le grandi idee devono venire a patti con la quotidianità. Forse neanche Iervolino, De Magistris e Manfredi si aspettavano questo risultato. Forse si può migliorare senza rimanere aggrappati ad un principio teorico.

Non è bella questa piazza Municipio, ma forse è perfettibile.