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Obbediamo!

by Flavio Cioffi
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emergenza coronavirus

I calci nel sedere non possono rappresentare lo strumento ordinario per far rispettare le regole. Non solo per motivi di principio, siamo tutti democratici, ma anche perché nel lungo periodo non servono. Però nell’emergenza possono risultare utili, se non addirittura necessari.

Se il bambino per inseguire la palla che gli è sfuggita si precipita in strada, il genitore lo acchiappa a volo e gli molla un ceffone. Un po’ a titolo di insegnamento, un po’ per scaricare lo spavento. Se i giovani affollano le strade della movida infischiandosene del rischio contagio, tu chiudi i baretti per un mese. Se limito i movimenti in un determinato territorio e c’è chi continua a scorrazzare come se nulla fosse, lo porto in caserma.

Misure necessarie ma non sufficienti. Infatti, affinché gli ordini vengano rispettati dalla popolazione devono esserlo prima di tutto dalle stesse Autorità. Presidenti di Regione, Sindaci, funzionari assortiti e via dicendo. Per esempio, se il Capo del Governo adotta un provvedimento e Zaia dice che non è d’accordo, Fontana che si aspettava di più, Bonaccini che è perplesso, il sistema non funziona. Anche a loro una pedata farebbe bene. Tradotto: collaborate senza se e senza ma oppure vi commissario. Altrimenti si ingenera confusione e si istiga, senza volerlo, alla disobbedienza.

Ma non è ancora sufficiente. Gli ordini devono essere chiari, semplici e precisi. Non devono ingenerare dubbi interpretativi in chi deve eseguirli e in chi deve farli rispettare. Se ordino alle truppe in trincea di attaccare quella collina, deve essere evidente di quale collina si tratti e a quali truppe mi stia rivolgendo. E, ovviamente, le suddette truppe devono essere idoneamente armate ed equipaggiate. E’ il nostro caso? In linea di massima, e se tutti collaborano, sembra di poter dire di si.

Altra questione è se gli ordini siano poi anche giusti, se cioè siano utili per raggiungere l’obiettivo. Questo lo si vedrà poi. In emergenza bisogna limitarsi ad obbedire.

Quindi obbediamo. Tutti. A cominciare dai pubblici amministratori. Per comandare bisogna saper obbedire. Vale per qualunque comunità, dalla famiglia all’esercito, dal più piccolo Comune alla più grande Regione, dal Governo all’Opposizione.

Ci hanno detto di stare a casa per quanto possibile e di ridurre al massimo la vita sociale? Facciamolo. Per qualcuno sarà facile, per altri meno, per altri ancora sarà un duro sacrificio. Facciamolo. Pensiamo che non sia giusto e che le priorità siano altre? Facciamolo lo stesso.

Per un po’, obbediamo senza discutere.