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Sannazaro. Dove eravamo rimasti?

by Piera De Prosperis
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Da metà ottobre si sono spenti i riflettori mediatici sulla vicenda del Sannazaro. Per una precisa e ponderata scelta della preside reggente, Mia Filippone, i toni della polemica si sono smorzati. È necessario ritornare alla banale quotidianità, a dimensioni più consone e utili a tutti i componenti del liceo – docenti, studenti, famiglie – per lavorare in armonia. È necessario per ritrovare la serenità persa. Ora è tempo del silenzio. E in effetti la nuova dirigente ha tenuto fede alle sue parole.

Ma cosa sta avvenendo all’interno dell’Istituto? Filtrano notizie di una serenità ritrovata tra le componenti, tutte ormai rivolte a far procedere normalmente le attività, per timore di situazioni ed eventi pericolosi per la compiuta realizzazione dell’anno in corso. Nessuno vuole che le cose vadano ancora oltre e allora ecco che i professori appaiono molto più rilassati, pare che a fine novembre cambierà l’orario, con l’eliminazione delle ore a cinquanta minuti, ma che sarà garantito il sabato libero, condicio sine qua non di genitori che, probabilmente, ci tengono a trascorrere più tempo con i figli nel fine settimana.

Si stanno allestendo nuove aule, circolano squadre di operai: probabilmente la presidenza, la sala professori, parte dell’aula magna ed alcuni locali del seminterrato saranno interessati da lavori di ristrutturazione che consentiranno, con nuovi spazi, di risolvere il problema del sovraffollamento. Tuttavia, non c’è niente di ufficiale. La consegna è il silenzio che verrà rotto solo nel prossimo collegio docenti con le comunicazioni della dirigente scolastica.

Si vocifera anche di cambiamenti nello staff della dirigenza: c’è bisogno di collaboratori pienamente aderenti alla linea di lavoro avviata e quindi qualche testa cadrà.

Che riflessioni sorgono da tutto ciò: merito della Filippone aver ricostruito l’ingranaggio del liceo, ristabilendo la virtuosa relazione fra tutte le componenti, per poi decidere le mosse giuste in piena condivisione.

Quello che non torna è come mai la Colantonio, pur dirigente esperto, non abbia fatto le stesse scelte operative. Possibile che non avesse pensato ad interventi strutturali o solo ora sono stati concessi i dovuti permessi per risolvere in tempi brevi la questione e spegnere l’incendio divampato?

Intanto, dopo aver chiesto ai suoi docenti un’espressione di sostegno da allegare alla documentazione di ricorso, Colantonio ha avviato due contromosse: la richiesta al Tar di annullamento della sospensione e in sede amministrativa la contestazione dei provvedimenti disciplinari a suo carico da parte del MIUR. I tempi della giustizia, lo sappiamo, sono biblici, nel frattempo è stata spostata su un’altra scuola, l’istituto comprensivo “De Filippo” di San Giorgio a Cremano, in crisi di iscrizioni già da tempo.

Al Sannazaro, intanto, si lavora, siamo ad inizio novembre e niente è compromesso. Nonostante la recente, triste notorietà di cronaca, è stato confermato primo istituto classico in città dalla Fondazione Agnelli, che valuta gli istituti superiori per dare alle famiglie, incerte sul da farsi, un aiuto nella scelta della scuola migliore dopo la terza media.

Manna dal cielo per la Filippone che ha tutti dalla sua parte e ottiene riconoscimenti che, anche se non per opera sua, rappresentano una boccata d’ossigeno per la reputazione della scuola. Tutto è bene quel che finisce bene.

Alla prossima puntata.

di Piera De Prosperis