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Spiaggia di Falconara, la paradossale vicenda dell’ex Lido Sorriso

by Giuseppina Incorvaia Sorriso
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Ph. by Giuseppina Incorvaia Sorriso

 

Lo scorso 28 aprile, Gente e Territorio ha pubblicato un articolo dal titolo: “L’assalto alla spiaggia di Falconara in Sicilia” (https://www.genteeterritorio.it/lassalto-alla-spiaggia-di-falconara-in-sicilia/). Vi si dà conto dell’allarme lanciato dall’associazione Italia Nostra a proposito della realizzazione di un nuovo lido a ridosso del Castello di Falconara (Butera, Caltanissetta). Proprio nell’area dove una volta sorgeva il Lido Sorriso, poi abbattuto. Giuseppina Incorvaia Sorriso, presentatasi “come proprietaria dell’ex Lido Sorriso e dell’area dove sorgeva”, ci ha inviato questo suo contributo informativo. (N.d.R.)

 

Scrivo a questa redazione per fare luce su alcuni fatti che riguardano l’ex Lido Sorriso, costruito per la maggior parte su un’area di proprietà privata in località Butera (CL).

Con l’amarezza di chi ha dovuto negli anni ingoiare tanti rospi, vorrei pure poter cancellare quell’abusata definizione – ecomostro abusivo – lesiva della reputazione dei proprietari, con cui viene oggi spesso indicato l’ex Lido Sorriso.

Lo stabilimento balneare Lido Sorriso fu regolarmente costruito nel 1957, su incarico del Cav. Vincenzo Sorriso e progetto dell’architetto Burgio, con particolare attenzione alla compatibilità col resto del paesaggio, quando per edificare fuori dai centri urbani non era necessaria alcuna licenza edilizia. La struttura fu edificata in località Falconara, frazione del Comune di Butera (CL), su un terreno di mq 5.700, di cui mq 4.548, acquistati dal Cav. Sorriso dal barone Chiaromonte Bordonaro, con regolare atto notarile, e mq 1.152 demaniali, per i quali i proprietari avevano sempre pagato i canoni di concessione demaniale richiesti, almeno fino a quando è stata data loro la possibilità di farlo.

 

 

Nessun abuso è stato fatto in 50 anni nella parte di lido costruita su proprietà privata, dove tutto era regolarmente edificato. Sulla porzione demaniale, invece, era stata commessa una lieve irregolarità mai sanata dal Comune di Butera, per la quale nel 1986 era stata richiesta una concessione in sanatoria; ad essa la Sovrintendenza BBCCAA aveva risposto concedendo il Nulla Osta nel 1997 (dopo 11 anni!); il Comune, invece, l’aveva negata, dichiarando nel 2003 (dopo 6 anni!) che il Nulla Osta della Sovrintendenza BBCCAA, dopo cinque anni, era scaduto. Ecco uno dei tanti rospi che abbiamo dovuto ingoiare: premesso che non esistono scadenze per Nulla Osta di questo tipo, perché hanno fatto trascorrere 6 anni dal rilascio e non hanno risposto prima? Ne avevano tutto il tempo!

Premesso che l’abuso doveva essere sanato, è ovvio dedurre che, ciò che avrebbe potuto essere abbattuto doveva riguardare solo l’abuso commesso nella porzione demaniale. Invece, nel 2007, furono abbattute pure le parti regolarmente edificate nel 1957 sia su suolo demaniale che su quello privato.

Non mi soffermo sui gravi danni ambientali provocati dalle ruspe, che hanno sbriciolato e divelto i vecchi tetti di amianto altamente inquinante, riversandone i pezzi sul terreno, sulla spiaggia e nel mare. Noi abbiamo denunciato il gravissimo danno, ma non abbiamo saputo se sia stata fatta o no una bonifica, se l’amianto sia ancora sotterrato dalle macerie o se giace sotto il mare.

Nel 2001 siamo stati pure costretti a rinunciare a un finanziamento rilasciato dal Ministero delle attività produttive per la ristrutturazione del lido.

La vicenda ha del paradossale perché, dopo anni di un complesso carteggio, i proprietari scoprono che nel dicembre 2007, senza nessun esproprio, l’Assessorato ai BBCCAA demolisce la struttura, a cui veniva inibito l’accesso, dopo la nostra denuncia, per l’inquinamento causato dalla distruzione incauta di amianto; nel 2020, nella “vana” attesa che venisse restituito l’accesso alla proprietà bonificata, scoprono pure che il cartello di pericolo ambientale che vietava l’accesso, posto dall’ARPA nel cancello di proprietà privata, era stato sostituito con un altro cartello, ove si dichiarava che l’ARTA, IN QUELLA AREA DI PROPRIETA’ PRIVATA, aveva concesso licenza per edificare un lido con bar, ristorante e altri servizi.

 

 

È seguita una serie di denunce e ordinanze, ma noi proprietari non ci arrendiamo, perché non vogliamo perdere ciò che ci appartiene.

Un’ultima cosa tengo a precisare: il Lido Sorriso dagli anni ’60 fino alla fine degli anni ’90, quando qualcuno ha deciso che doveva scomparire, è stato meta di un turismo estivo di qualità, meta delle vacanze estive di tantissime famiglie, giovani e clienti affezionati provenienti da tre province, Caltanissetta, Enna e Agrigento. La grotta, su quel moncone di cui tanto oggi si discute, era diventata la “grotta degli innamorati” e non c’erano sposi che non vi immortalassero il giorno delle nozze.

Alla sua inaugurazione, tagliò il nastro di apertura il ministro Bernardo Mattarella, padre dell’attuale Presidente della Repubblica, presenti anche due padri costituenti della Regione Sicilia: Giuseppe La Loggia e Giuseppe Alessi.

Nella sua bellissima storia, il Lido Sorriso ha visto nascere la stella di Little Tony, ha ospitato ben due finali regionali di Miss Italia presentate da Nuccio Costa, che negli anni Ottanta volle tenervi la Miss Mediterraneo. Centinaia i personaggi famosi che l’hanno frequentato: la principessa Pignatelli e la famiglia Averna; il premio Pulitzer presidente degli scrittori americani John Hersey; i più famosi cantanti e complessi musicali del tempo; Mike Bongiorno, che volle rimanervi una settima oltre il suo impegno artistico affascinato dalla località; i due premi Oscar Jason Robards e Martin Landau che, con Nanni Loy e Nino Manfredi, giravano a Licata le scene di “Rosolino Paternò Soldato” e amavano passarvi le serate; ministri e parlamentari.

Quindi, è quanto mai improprio il termine “ecomostro” per il Lido Sorriso, una location di prestigio come poche altre che nello stesso periodo erano sorte sul mare in tutta Italia.