fbpx
Home Milano Tra pioggia e sole festeggia a Milano l’Italia partigiana

Tra pioggia e sole festeggia a Milano l’Italia partigiana

by Pietro Spirito
0 comment

Sul corteo, che sfila da Porta Venezia a Piazza Duomo, cade una pioggia lieve ma insistente, che è diventata più battente all’arrivo in piazza. Milano ha accolto il corteo del 25 aprile nello stesso modo in cui lo aveva fatto nel 1994, poche settimane dopo l’ascesa di Berlusconi a Palazzo Chigi. C’era pioggia per le strade primaverili. Non è un caso però che anche stavolta ci sia tantissima gente: oltre centomila persone, secondo l’Anpi che ha organizzato la manifestazione.

Nel serpentone che sfila per il centro di Milano, ci sono tante identità: i sindacati, i partiti del centrosinistra, le organizzazioni cattoliche, i comunisti extraparlamentari, la brigata ebraica, le donne iraniane. E tanta gente comune, senza bandiere e senza appartenenza. Si respira un ordine sereno, interrotto dai canti partigiani. Nessuna parola d’ordine, nessuna acrimonia, solo fermezza del messaggio antifascista.

Ad un certo punto sbuca tra la gente Elly Schlein, accompagnata da Pier francesco Maiolino. Sorride, si ferma a parlare con la gente, riceve parole di conforto e di incitamento. Sembra un momento di riconciliazione di un popolo, un invito alla speranza. In piazza Elly Schlein non parlerà: non è una manifestazione di partito, non è il momento per gettare altra benzina sul fuoco, in giornate che hanno oggettivamente allontanato la politica da una riconciliazione nazionale sui valori dell’antifascismo che sarebbe sempre auspicabile, e comunque sempre tardiva.

In Piazza Duomo esce il sole. La temperatura è mite. Ferme sono le parole di Aldo Tortorella, che, collegato da remoto, ricorda il sacrificio del suo maestro di lotta partigiana, Eugenio Curiel, assassinato a Milano nel febbraio del 1945. Se la pietà umana deve sempre andare a tutti i caduti, il giudizio politico deve saper preservare la netta distinzione tra chi stava al fianco dei nazisti e chi si batteva per la libertà.

Il Sindaco di Milano, Beppe Sala, ha sottolineato la natura antifascista di Milano, un valore che ancora oggi è solido e fa la differenza. I partigiani appartenevano ad uno schieramento ampio e diversificato, unito dalla volontà di costruire una nuova democrazia che sarebbe stata affidata ad una solida Costituzione. Il giorno dopo la liberazione Sandro Pertini invitò Enrico Mattei a tenere, proprio in Piazza Duomo, un comizio. Il comandante Mattei, uno dei capi delle brigate democristiane, proprio in quella occasione sottolineò l’importanza di proiettare i valori partigiani verso le successive generazioni, per evitare che si ripetessero atrocità terribili che poi la memoria scaccia via.

Maria Pia Garavaglia, Presidente dell’associazione dei partigiani cattolici, ha sottolineato il ruolo delle donne nella guerra di liberazione, con 50.000 combattenti e 4.500 cadute. Non tutto il percorso verso la parità dei diritti femminili si è compiuto, ma grazie alla costituzione passi in avanti decidi sono stati fatti.

Il Presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, concludendo la manifestazione, ha ricordato che non è stato affatto marginale il ruolo che i partigiani hanno giocato nelle sorti del nostro Paese. Senza quel decisivo apporto non avremmo certamente potuto contare sulla qualità di una Costituzione scritta con l’inchiostro dei valori della resistenza, e non è affatto detto che ci saranno liberati della monarchia, considerata la posizione degli inglesi, largamente favorevoli al mantenimento di quella istituzione.

La guerra di liberazione ha dischiuso all’Italia un orizzonte di progresso, di pace e di libertà, che non dobbiamo dare affatto per scontato. I tanti sacrifici e le tante perdite di combattenti non sono state vane. Restano nel cuore dell’agenda repubblicana. Ancora una volta, il 25 aprile si proietta con la sua carica di freschezza, nonostante i settantotto anni che sono trascorsi da quel drammatico passaggio da fare.