La capolista se ne va, anzi, se n’è andata da tempo. Lo scudetto del Napoli è cosa fatta, bisogna solo vedere in quale giorno sarà registrato all’anagrafe sportiva. Viceversa in Champions gli azzurri, pur forti in campionato di 22 – dico ventidue!!! – punti di vantaggio sul Milan, si sono fatti eliminare dai rossoneri, perdendo così un’occasione unica per arrivare alla finale. Difficile nei prossimi anni trovare ai quarti un tabellone così abbordabile com’è stato quest’anno.
Molti commentatori, simpatizzanti del Napoli, hanno sottolineato l’incidenza dei due arbitraggi sull’eliminazione degli azzurri e, indubbiamente, soprattutto l’arbitraggio di San Siro è stato dilettantesco se non proprio fazioso. Non tanto per aver condizionato il risultato di quella partita, ma per aver tolto di fatto al Napoli due calciatori cardini della squadra, quali sono Kim e Anguissa, per il ritorno al Maradona. D’altra parte mica è vero che la storia non scende in campo!
Il Milan è arrivato alla finale di Champions ben 11 volte e in sette di esse ha alzato la coppa più prestigiosa del calcio europeo. Nel tempo la sua notorietà è cresciuta, i suoi tifosi nel mondo sono cento milioni, di cui quattro in Italia, e tra la notorietà di un club nel mondo e l’appetibilità commerciale di una partita che lo vede protagonista c’è un rapporto diretto. Una cosa è vendere una partita Real Madrid-Milan ed altra una Real Madrid-Newcastle, per dirne una a caso che non sia il Napoli.
I partenopei nella loro storia Champions mai prima erano arrivati ai quarti di finale. Le rare volte che avevano superato il girone erano stati fermati agli ottavi. I tifosi azzurri nel mondo sono 38 milioni, di cui tre in Italia. È del tutto evidente che Real Madrid o City V/s Milan porta più soldi nelle casse dell’UEFA di una Real Madrid o City V/s Napoli. Comprensibile perciò che la UEFA preferisse che ad andare avanti fosse il Milan piuttosto che il Napoli. Ed è probabile che abbia designato quegli arbitri proprio alla luce di questa aspettativa.
A mio avviso, tuttavia, per il gioco espresso il Milan ha meritato di andare avanti. Pioli ha messo in campo la sua squadra con il baricentro molto basso, alla Nereo Rocco per intenderci, puntando sul punto debole del Napoli, le ripartenze. La difesa rossonera ha giocato entrambe le partite in maniera impeccabile ed il Napoli per 180 e più minuti ha avuto un possesso palla impressionante ma, arrivato sulla linea dell’area rossonera, è andato puntualmente a sbattere contro un muro. La sfortuna poi ci ha messo la sua mano, rivedendo il goal di Barella al Benfica non è stato possibile non paragonarlo ai tanti analoghi tentativi degli attaccanti del Napoli finiti fuori, al Meazza come al Maradona. Se ci si aggiunge la ricerca da parte di alcuni calciatori importanti, Kvaraskelia su tutti ma non solo lui, di approfittare della vetrina Champions per mettere in mostra le proprie qualità tecniche a discapito del gioco di squadra, si può capire come il Milan abbia avuto gioco facile a respingerne gli attacchi.
Qualche appunto va anche mosso al grande mister Spalletti, al quale i Napoletani devono dire solo un immenso GRAZIE per il calcio che sta facendo vedere. Nella partita di ritorno è stato però temerario a schierare dal primo minuto il virtuoso ma lento Ndombelé. Si sapeva che il Milan dispone della verticale sinistra più forte d’Italia e forse d’Europa, Theo Hernandez-Tonali o Benacer-Leao, con quest’ultimo che in progressione non lo prende nessuno. Contrapporre a questa verticale, quella di destra del Napoli composta da Di Lorenzo-Ndombelé-Politano, col primo propenso ad attaccare, avrebbe aperto un varco ai rossoneri come difatti è stato. Tanto più che dopo pochi minuti anche Politano, che è forte nei recuperi difensivi, si è infortunato. Inevitabile perciò che un piccolo errore di Ndombelè, che ha regalato la palla a Benacer in una fase di tranquillo possesso del Napoli, sia stato un dono di cui la squadra di Pioli ha approfittato, fiondando il pallone nelle praterie di sinistra nelle quali ha galoppato l’imprendibile Leao. E a Ndombelé non va imputato tanto l’errore nel passaggio, quanto la lentezza con la quale ha provato a rincorrere Leao, ma il suo limite è proprio questo, gli manca la velocità. A sua volta Di Lorenzo era sbilanciato in avanti e Lozano ancor di più. Forse il buon soldato Elmas, messo nella formazione iniziale al posto di Ndombelé, avrebbe meglio coperto gli spazi. Ma tant’è, il mister forse aveva pensato di sorprendere da subito Maignan per costringere il Milan a giocarsela in campo aperto, situazione tattica nella quale il Napoli va a nozze. Così non è stato e Pioli ha superato il turno.
Sono stati anche tardivi l’ingresso in campo di Raspadori, autore dell’assist per il goal di Osimhen, e presuntuosa l’impostazione ultraoffensiva della squadra in campo, col baricentro sulla trequarti avversaria. È stata comunque una bella esperienza per gli azzurri e, considerando le grandi capacità del team societario di lavorare sulla programmazione e sulla prospettiva, non c’è da dubitare che nei prossimi anni, daglie e ridaglie, il Napoli arriverà all’agognata finale.
Per intanto ha vinto il campionato, hai detto niente! La partita all’Allianz con la Juve è stata tra le più belle di questa stagione, e ciò vale per entrambe le squadre. Il risultato ha premiato gli azzurri, autori di una partita concentratissima e forti in difesa di un Kim letteralmente mostruoso. A proposito, si conferma che il coreano va molto meglio al centro destra della linea difensiva che al centro sinistra.
Al rientro, alle 4:00 del mattino, scendendo dall’aereo, i calciatori hanno trovato ad attenderli diecimila tifosi arcifelici. Ultra euforici per lo scudetto imminente e per la vittoria sulla detestata Juventus. Quindi un corteo di centinaia di moto ha scortato il pullman degli azzurri fino a Castelvolturno. Società, Comune, Prefettura, Ministero dell’Interno stanno facendo di tutto perché i festeggiamenti finali possano svolgersi senza incidenti ed hanno programmato una grande festa in simultanea in quattro piazze di Napoli il prossimo 4 di giugno. Encomiabile come proponimento, ma c’è a Napoli e in Italia qualcuno che crede che i tifosi aspetteranno il quattro giugno per esplodere?