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Editoriale. 25 Aprile: cari ragazzi, la speranza siete voi

by Pasquale Cuofano
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25 aprile

Se voi volete andare in un pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

Le parole di Piero Calamandrei offrono un’occasione di riflessione sulla Resistenza che ha avuto come protagonisti non solo uomini, ma anche donne e giovanissimi, persone queste ultime che si pensavano “escluse” da un possibile coinvolgimento nella tragedia della Seconda Guerra mondiale.

Sono tante le storie vere di scugnizzi a Napoli, di donne partigiane e staffette, di deportazioni nei lager per motivi politici o razziali, di lotta partigiana nelle montagne, di operai che scioperando sfidarono l’ira dei regimi, di sacerdoti che testimoniarono la fede scegliendo il martirio.

Episodi di lotta eroica si svolsero sui luoghi di guerra nelle città e nei paesi. Nelle storie personali di tanti uomini e donne possiamo rintracciare un esempio etico di eroismo per ricostruire l’identità democratica dell’Italia, da Nord a Sud.

La poesia di Cesare Pavese descrive le vicende del tempo:

Tu non sai le colline/dove si è sparso il sangue/tutti quanti fuggimmo/tutti quanti gettammo/l’arma e il nome.

La Resistenza divenne una lotta di popoli, tutte le nazioni europee parteciparono alla liberazione dalla nefasta oppressione militare hitleriana. Molti furono i caduti tra i partigiani che, uscendo dalla clandestinità, contribuirono con le truppe anglo-americane a liberare i territori attraversati da violenza, terrore, freddo e fame.

La Resistenza contro il nemico comune e l’impegno del dopoguerra per la ricostruzione videro gli Stati europei protesi a realizzare “in pluribus unum” una concordia tra le diversità per allontanare gli errori del ‘900.

Dalla Resistenza è nata la Costituzione della nostra Repubblica, Carta che accompagna la nostra convivenza secondo i sani principi di civiltà giuridica e politica, un modello di vita per gli uomini liberi e forti che vogliono comprendere come si è formata l’attuale società. Questa ricostruzione storica è preziosa per i giovani e anche un patrimonio per chi ha vissuto quelle vicende e non le dimentica. La memoria deve far sì che le giovani generazioni sentano la Costituzione repubblicana come eredità propria, da costruire giorno per giorno e da difendere contro i rigurgiti nostalgici e le irresponsabili fughe in avanti dei populisti e dei sovranisti; farli crescere nell’impegno per la realizzazione di una Democrazia sempre più sostanziale, oltre che formale; sconfiggere l’abbandono, il disinteresse, la rinuncia, la sfiducia nelle Istituzioni. Questi sono i veri compiti dell’azione politica, come scrisse don Andrea Gallo: “Cari ragazzi, io a 17 anni e un mese con i partigiani ho visto nascere la democrazia, ora che sono vecchio devo vederla morire? La speranza siete voi, restiamo umani!”.

Razzismo, attentati, stragi, diffusa corruzione, ed infine le difficoltà nel fronteggiare la devastante pandemia del Covid19, ci fanno comprendere come i combattimenti di tanti uomini e donne della Resistenza siano di esempio a trovare un impegno strenuo e tenace per sconfiggere questo comune nuovo nemico.

L’Europa di oggi deve guardare alla Resistenza per trovare le ragioni di una solidarietà di fatto, capace di vincere le sfide di un mondo che cambia in modo da sviluppare un unico senso di appartenenza, pur restando profondamente legati al proprio Paese, Regione e Comunità locale.

Questo è l’autentico modo per vincere le paure e costruire la speranza.