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Funiculì finiculà

by Pietro Spirito
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L’immaginario di Napoli è legato anche alle sue quattro funicolari, che collegano la città collinare al centro storico. Complessivamente servono circa 60.000 passeggeri al giorno, con sedici stazioni servite e 3,2 chilometri di rete. Quando sono state costruite erano un passaggio verso la modernità del trasporto collettivo e delle tecnologie.

Con il trascorrere dei decenni le funicolari sono diventate un richiamo vintage alla memoria di un tempo nel quale la metropoli partenopea era stata una delle città con più disponibilità di infrastrutture e di servizi collettivi di trasporto. Poi è venuta la stagione della trascuratezza.

Infrastrutture oramai secolari richiedono interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che assicurino costantemente sicurezza all’esercizio. Qualcosa si è spezzato nel meccanismo di gestione. Ora, da settembre 2022, è ferma, per interventi di manutenzione straordinaria che non sono nemmeno partiti la funicolare di Chiaia, mentre per la funicolare di Montesanto si comincia a parlare di un fermo, anche in questo caso per interventi non prorogabili di manutenzione straordinaria nel corso del 2024. Praticamente, per un periodo di tempo che non è dato conoscere, due delle tre funicolari che servono il Vomero non saranno on esercizio.

Sul finire del diciannovesimo secolo la collina del Vomero iniziò il processo di trasformazione in area residenziale e – per consentire rapidi spostamenti verso il centro – furono realizzate le funicolari di Chiaia e Montesanto. Quella di Chiaia fu la prima ad entrare in funzione – il 15 ottobre 1889 – e collega Piazza Vanvitelli (interscambio con la linea 1 della metropolitana) al Rione Amedeo, nel quartiere Chiaia (interscambio con la linea 2). Inizialmente progettata per la trazione a vapore, nel 1900 si procedette all’elettrificazione della linea.

La linea si estende su una lunghezza di circa 500 metri, con pendenza costante del 29% e con quattro fermate. E’ percorsa da due treni costituiti da due vetture ciascuno e ciascuno con capacità massima di 300 passeggeri. Nel 1976 l’impianto fu completamente restaurato, ma ciò comportò l’abbattimento dei palazzetti in stile liberty che ospitavano le stazioni superiore e inferiore; per oltre vent’anni, le due stazioni sono state ospitate da strutture provvisorie, ma nel 2002 si sono riavviati i lavori per la ricostruzione degli edifici, con il recupero dell’antico aspetto, e per l’ammodernamento dell’intero impianto.

Dal 7 luglio 2003 al 30 aprile 2004 la funicolare di Chiaia è rimasta chiusa all’esercizio per la manutenzione straordinaria ventennale e per consentire la ricostruzione delle stazioni superiore e inferiore, l’adeguamento dell’impianto alle più recenti normative in tema di sicurezza e l’installazione di nuove infrastrutture quali scale mobili e ascensori.

Dopo vent’anni, in modo del tutto prevedibile, era venuto il tempo per effettuare il nuovo ciclo di manutenzioni straordinarie. Qui è accaduto l’imprevedibile: la funicolare è stata chiusa, ma non era stata nemmeno assegnata la gara per effettuare i lavori. Un primo confronto competitivo era andato deserto, mentre una seconda gara non è nemmeno partita. Sono passati quattro mesi e non è stato nemmeno pubblicato il bando. In queste condizioni sono del tutto imprevedibili i tempi: si parla genericamente di 2024, senza alcun orizzonte di certezza.

Ma vediamo il secondo caso. La funicolare di Montesanto fu inaugurata il 30 maggio 1891, dopo cinque anni di lavori e due anni dopo l’apertura della funicolare di Chiaia. Spediamo solo una riga per ricordare i tempi di esecuzione delle opere e la capacità di rafforzare poderosamente l’offerta di trasporto pubblico a fine Ottocento.

La funicolare di Montesanto collega la sommità del quartiere Vomero con il quartiere Montecalvario; in corrispondenza della stazione inferiore (piazzetta Montesanto), vi è un nodo di interscambio con le ferrovie Sepsa (Cumana e Circumflegrea) e con la linea 2. La linea ha una lunghezza complessiva di 824 metri, con pendenza media del 20,84%, ed è percorsa da due treni costituiti ciascuno da due vetture e ciascuno della capacità massima di 300 passeggeri.

Nel 1977 l’impianto fu sottoposto a lavori di completo rifacimento e fu riaperto soltanto sette anni dopo, nel 1984: già si sentiva l’influenza della modernità. Si impiegarono due anni in più per rifare l’impianto rispetto ai tempi ottocenteschi di costruzione.

Tra il 2004 e il 2005, l’impianto è rimasto chiuso per lavori di adeguamento e manutenzione straordinaria, imposti dalla legge con frequenza ventennale; contestualmente, è stato demolito l’edificio della stazione inferiore, per avviare i lavori di integrazione della funicolare con l’adiacente stazione delle linee Sepsa.

Nel maggio 2008 è stata infine inaugurata la rinnovata stazione, al termine di un intervento di restyling filologico che ripropone le architetture liberty originarie con il portico centrale, i due torrini laterali e il loggiato superiore (l’edificio, risalente al 1882, è monumento nazionale), con la novità della terrazza panoramica, delle moderne dotazioni infrastrutturali (scale mobili, ascensori, videosorveglianza, percorsi per ipovedenti) e dell’uso di vetro e acciaio per le coperture.

Ora, implacabile come solo il tempo può essere, la scadenza ventennale sta per arrivare. Chissà che l’esperienza della funicolare di Chiaia non insegni qualcosa e si riesca a non mandare deserta una gara, a chiudere l’esercizio quando cominciano i lavori ed a prevedere con sufficiente affidabilità la durata degli interventi di manutenzione straordinaria.