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Il cartellone gioioso del Teatro Stabile di Napoli

by Piera De Prosperis
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Tutto il teatro che vuoi: con questo titolo il Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale presenta al suo pubblico e alla città la stagione teatrale 2018/2019, la prima del nuovo triennio all’insegna del titolo di Teatro Nazionale recentemente confermato.

Sono proposte di grande livello autoriale che spaziano dai classici ai moderni ai contemporanei, tra prosa, danza, classici e ricerca: il Mercadante con dodici spettacoli ed il San Ferdinando con otto, nel rispetto della diversità dei due grandi teatri. Il primo con una vocazione classica, l’altro più aperto alle voci della città, come del resto avrebbe voluto il suo fondatore, Eduardo.

Al via il 24 ottobre al Mercadante con ‘Salomè’ di Oscar Wilde con la regia di Fusco, mentre il 7 novembre parte il San Ferdinando con ‘le Rane’ di Aristofane regia Giorgio Barberio Corsetti con Ficarra e Picone.

Nel cartellone del Mercadante, ‘John Gabriel Borkman’ di Ibsen nella versione di Danilo Macrì e a gennaio ‘Edipo re/Oedipus The King’ di Sofocle firmato da Robert Wilson. Sciaccaluga dirige ‘Il gabbiano’ di Cechov; di Roberto Alajmo è ‘Chi vive giace’ regia di Armando Pugliese.

Tra gli altri spettacoli ‘Il Penitente’ di David Mamet regia di Luca Barbareschi che lo interpreta con Lunetta Savino; dal Bolshoi Drama di San Pietroburgo ‘Alisa’, regia di Andrey Moguchy; Enrico IV nell’adattamento di Carlo Cecchi; ‘La scuola delle mogli’ di Molière regia di Arturo Cirillo; ‘Scene da un matrimonio’ di Bergman, regia di Konchalovskij; ‘Morte di un commesso viaggiatore’ di Miller; ‘La guerra’ di Carlo Goldoni, regia di Franco Però.

Nel cartellone del San Ferdinando a dicembre debutto del testo di Maurizio De Giovanni ‘Il senso del dolore’, regia di Claudio Di Palma, e, a marzo, ‘Festa al celeste e nubile santuario’ di Enzo Moscato con Cristina Donadio, ”Il paese di cuccagna” di Matilde Serao e “Medea di Portamedina” di Francesco Mastriani.

L’offerta qualitativa è sicuramente alta: il pubblico napoletano sa di poter contare su una scelta accurata che si avvale di grandi nomi nell’allestimento e nella regia. Il testo teatrale è fatto per essere reinterpretato tutte le volte che degli attori lo mettono in scena e che un regista lo legge dal suo punto di vista.  Avremo, quindi, sicuramente delle sorprese nel vedere l’Edipo re di Sofocle, o La scuola delle mogli di Molière o ancora “Il paese di Cuccagna”.

Si parla molto spesso della mancanza di pubblico a teatro. Come cause sono indicati vari fattori: la crisi economica, l’impoverimento del bagaglio culturale (una sorta di nuovo analfabetismo), la televisione, ma spesso anche la scarsa qualità della proposta.

Non è questo il caso. Lo Stabile sembra che abbia ottenuto dal MIBACT un miglioramento del punteggio di qualità artistica del progetto per il prossimo triennio. Merito dell’impegno del direttore Luca De Fusco e del presidente Filippo Patroni Griffi che intendono proseguire, nel solco dell’attenzione ai più giovani, anche l’attività della scuola di teatro voluta da Luca De Filippo.

Il direttore Luca De Fusco ha asserito: “Abbiamo cercato di far coincidere la conferma a Teatro Nazionale con un cartellone particolarmente gioioso. Uso questo termine non perché presentiamo solo spettacoli divertenti: sarebbe contrario alla stessa filosofia di un teatro pubblico. La gioia di cui parlo è quella dell’amore per il teatro, perché in questa stagione non c’è genere teatrale o linguaggio scenico che venga trascurata.” E’ questa la sintesi più appropriata

di Piera De Prosperis