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Il valore del centro storico napoletano al convegno di Pietrasanta

by Pietro Spirito
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Napoli sta vivendo una stagione di forte attrattività turistica. Camminare in centro diventa a volte una attività impegnativa, come stare in coda in tangenziale. Le trasformazioni che si stanno determinando nella architettura sociale ed economica della città dipende sempre di più da quello che accade nel centro storico, dopo che i processi di deindustrializzazione accaduti nelle zone occidentali ed orientali dell’area metropolitana hanno concluso un ciclo.

Il centro storico di Napoli, patrimonio dell’umanità Unesco, rappresenta dunque una risorsa fondamentale per il destino cittadino. Se ne è parlato nella Basilica Pietrasanta, in un convegno dal titolo “Piano di gestione del centro storico, patrimonio Unesco. Le proposte della città”.

Salvatore Ronchi, Presidente dell’associazione Nuova socialità, ha sottolineato che su questo tema non possono esistere steccati politici. Sono 18 le associazioni cittadine che si sono unite per cercare di indirizzare la discussione pubblica verso decisioni che migliorino la qualità del centro storico.

Da 13 anni il piano di gestione approvato dall’amministrazione Jervolino – e validato dall’Unesco – è rimasto lettera morta, mentre è cresciuta l’incapacità di spesa, ed è avanzata progressivamente l’occupazione del suolo con l’operazione tavolino selvaggio. Il comitato di gestione del piano non è mai stato nemmeno costituito.

Il piano di gestione dovrebbe essere uno strumento di tutti, come ha detto Antonio Valiante, Presidente della Associazione Porto Salvo. L’invasione dei decumani da parte delle attività commerciali è diventata ormai invasiva. Non si riesce nemmeno più a riconoscere ed a segnalare la presenza di importanti monumenti cittadini, come ad esempio le sette opere di Misericordia di Caravaggio.

Persino le indicazioni e la cartellonistica sono nascoste e carenti. Altre città gestiscono la qualità del centro storico. Proprio oggi Firenze ha approvato un regolamento che stabilisce che i tavolini delle attività commerciali debbono essere presenti solo all’esterno dell’area Unesco.

Giuseppe Cerroni, Presidente dei Sedili di Napoli, ha ricordato che la valorizzazione del centro storico non può essere sovrapposta e confusa con la mercantilizzazione delle attività e con la sola prospettiva del guadagno commerciale. Occorre invece riutilizzare gli edifici pubblici oggi trascurati, come il Monte di Pietà, ad esempio per allargare il polo archivistico.

Il Presidente delle Botteghe di San Gregorio Armeno, Antonio Lucidi, ha sottolineato lo sforzo che sino ad oggi la società civile ha compiuto per salvaguardare una tradizione artigiana che rischiava di sparire. Ora nei programmi c’è la costruzione di attività formative per coinvolgere ragazzi delle aree marginali per avviarli a mestieri che debbono essere conservati.

Il rifacimento della prima stazione ferroviaria Napoli Portici sarebbe un segnale emblematico di rispetto della storia industriale di Napoli. Lo ha detto Luigi Rispoli, Presidente di Giovani Europa. La città si è fatta cogliere di sorpresa dal tumultuoso sviluppo turistico: il centro storico deve essere anche vivibilità per i residenti. In questo caos di mancata programmazione si è inserita anche la camorra, che ha colto lo spazio vuoto per diventare protagonista di questa nuova stagione economica.

Pasquale Belfiore, assessore della Giunta Jervolino che approvò il piano di gestione del centro storico nel febbraio del 2011, successivamente validato dall’Unesco nel maggio dello stesso anno, ha proposto che il sindaco diventi diretto responsabile del centro storico, che venga istituito un Dipartimento per il sito Unesco, che si aggiorni il piano, che si inserisca il centro storico di Napoli nel PNRR.

Fabio Magrone, docente ed urbanista, ha sottolineato che non solo non sono state perseguite le previsioni del piano ma si è andati in direzione diametralmente opposta. L’over-tourism ha espulso gli studenti dal centro storico, mentre le attività culturali erano uno degli assi portanti. Il recupero del verde non è stato perseguito. Il carico antropico è diventato insopportabile ed ha reso invivibile il centro storico per i residenti.

Raffaele Iovine, Presidente della Associazione Pietrasanta, ed autore di una operazione meravigliosa di restauro e gestione con il coinvolgimento di 20 aziende, 400 addetti e 90% di risorse private, ha ricordato che la mancanza di regole costituisce oggi il principale problema di fronte al quale ci si trova. Servono anche servizi funzionali al turismo, che resta una risorse indispensabile per la città.

Il consigliere regionale Massimo Grimaldi ha sottolineato che, nonostante la presenza di due leggi regionali sui centri storici è mancata del tutto finora la capacità di finanziare interventi, al punto che nell’ultima legge di stabilità regionale sono stati stanziati per tale finalità 10.000 euro, con i quali non si organizza nemmeno un convegno.

Doveva intervenire a questo punto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Non era presente per due impegni che ne hanno distolto l’attenzione: Prima la rassegna Comicon e poi la presenza al comitato per l’ordine e la sicurezza in vista della difficile ma entusiasmante giornata di domenica. Del resto, fumetti e calcio sono argomenti che tirano di più rispetto alla cultura ed alla urbanistica.

A concludere la mattinata è stato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Il Ministro ha apprezzato la passione civile degli interventi: essere cives, non consumatori, è un passaggio di fase che dischiuderebbe opportunità straordinarie. Il fervore sul centro storico, secondo il Ministro, va applaudito ed incoraggiato. Il Ministero sta incamminandosi per determinare una iniziativa strategica, iniziata con il progetto sull’Albergo dei Poveri, e continuata con la spinta per accelerare i lavori al palazzo dei Gerolamini. L’attenzione si rivolgerà sullo stato pietoso della Floridiana e sulla rifunzionalizzazione del Monte di Pietà.

La cultura ha un valore, che ha fatto pagare, secondo Gennaro Sangiuliano. In questo senso si spiega l’incremento dei biglietti per l’accesso ai siti culturali italiani. Qui il Ministro dimostra una precaria conoscenza dei valori alimentari. Gennaro Sangiuliano ha affermato :“Del resto quanto costa una pizza? Venti euro”. Avrà forse scontato una drammatica impennata inflazionistica che ancora non si è verificata, e che ci auguriamo che non si verificherà mai.

La giornata di discussione ha espresso effettivamente passione della società civile, ed anche un fermento di iniziative che possono costituire lievito. Il Ministro ha evidenziato un sincero amore per la città. Come ha proposto Luigi Rispoli, ciò che manca è una azione coordinata di tutti i soggetti, istituzionali e civili. La definizione e l’attuazione di un Accordo di programma per il centro storico di Napoli potrebbe essere uno strumento per ricominciare a guardare al futuro con una logica fattiva.