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La Regione paga Acqua Campania. Spese impreviste

by Lucia Severino
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Da quando, oramai da anni, il tema acqua non è più al centro del dibattito politico, la gestione del sistema idropotabile in Campania è sostanzialmente abbandonata a sé stessa.

La Regione, nel 2015, ha istituto l’Ente Idrico Campano con la missione di riorganizzare il servizio per far fronte allo sperpero della risorsa dovuto alle perdite fisiche e amministrative, alla frammentazione e disorganizzazione gestionale, alla carenza di investimenti, alla mancata approvazione delle tariffe e via discorrendo. Risultati? Non pervenuti.

A livello regionale i costi sono superiori ai ricavi, il che significa che si ricorre alla fiscalità generale. Quindi, i cittadini pagano l’acqua tre volte: in bolletta, con le tasse e come disservizio.

In questo quadro, resta centrale, oramai da 25 anni, la figura del concessionario regionale Acqua Campania, che fa capo al gruppo Caltagirone e al colosso francese Veolia, la quale vende l’acqua all’ingrosso ai gestori locali che poi la rivendono a noi. Oltre a gestire l’Acquedotto della Campania Occidentale e gli incassi delle forniture regionali, dovrebbe anche provvedere ai necessari investimenti infrastrutturali. Dei quali c’è un gran bisogno.

La Regione ha di fatto abdicato da molti anni dalla sua funzione istituzionale di Ente programmatore, rimanendo invischiata in un anomalo e forse non del tutto legittimo compito di gestore diretto. Un circolo vizioso nel quale il ruolo del concedente/gestore si mischia innaturalmente con quello del concessionario.

Al punto da farsi causa, nel 2016. Acqua Campania contestando mancati pagamenti e la Regione vantando un credito di 300 milioni di euro e chiedendo la risoluzione della concessione. Allo scopo di risolvere la controversia, venne istituto un tavolo tecnico che lo scorso ottobre ha raggiunto un’intesa.

Nel darvene a suo tempo conto, avevamo sottolineato che il verbale di accordo non era pubblico e che lo avremmo richiesto ai diretti interessati. Senza successo. Però, con un po’ di fatica ce lo siamo procurato. E’ del 5 ottobre 2018.

La Regione riconosce il credito del concessionario per circa 66 milioni di euro dal 2015 al 2017.

A confermare il circolo vizioso di cui sopra, “Man mano che i 38 Comuni, oggi utenti della Regione, … verranno a convenzionarsi con Acqua Campania, cesserà correlativamente la fatturazione nei confronti della Regione (e per conto della Regione nei confronti del Comune)”.

C’è poi la questione del mancato aggiornamento delle tariffe che per Acqua Campania vale circa 26 milioni di euro e che la Regione riconosce parzialmente. Viene accettato il principio “che i proventi da lavori sono da considerarsi parte integrante del rapporto concessorio” e che l’importo dovuto “si traduca nell’esecuzione di maggiori opere acquedottistiche in favore della collettività”. Un po’ di sano umorismo. L’onere di concessione sui lavori si riduce dal 13 al 12%

Quanto all’adeguamento della concessione in ossequio alla delibera ARERA (l’Autorità nazionale di regolazione del settore), anche alla luce della mancata approvazione delle tariffe idriche, si aspetteranno le valutazioni dell’Ente Idrico Campano. Campa cavallo.

A questo punto la palla è passata alla Giunta regionale. Con delibera del 16 novembre 2018, visto che sullo specifico capitolo di spesa non ci sono soldi sufficienti, decide di fare ricorso al Fondo per le spese impreviste per circa 47 milioni di euro. Spese impreviste? Ma se sono debiti vecchi con tanto di fatture tempestivamente emesse e giudizio in corso. Ma ci sono i Revisori dei Conti, va certamente bene così.

La causa, a dicembre, è stata cancellata dal ruolo. Tutti contenti? Pare di si. A noi però resta qualche domanda.

Le pesantissime contestazioni avanzate dalla Regione erano dunque tutte campate in aria? Come sta effettivamente la storia dell’esposto presentato qualche tempo fa alla Corte dei Conti? Quali opere verranno eseguite da Acqua Campania e quando? Cosa si prevede in ordine alle nuove tariffe e alla riorganizzazione del ciclo integrato? Qual è la situazione debitoria degli Enti gestori nei confronti della Regione?

Non abbiamo ancora le risposte. Continueremo a cercarle.