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La resa dei conti: si vota per Napoli

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Non è stata una campagna elettorale entusiasmante quella che si sta concludendo in queste ore e che condurrà alla elezione del Sindaco, del Consiglio Comunale e delle Municipalità per la città di Napoli. Alla scarsa partecipazione dei cittadini corrisponde una corposa falange di competitori: per i 40 seggi da consigliere comunale concorrono ben 1.202 candidati. Lo 0,3% dei candidati ce la farà.

Sono molte le novità di questa campagna elettorale che si prestano al nostro sguardo. Sono crollati in modo verticale i manifesti e le affissioni per le strade. Di converso, è cresciuta la presenza sui social media, che sono invasi dai messaggi di candidati e sostenitori. Facebook ed Instagram hanno svolto un ruolo dominante.

Mancano alcuni termometri tradizionali che misuravano l’impatto della campagna sulla popolazione: ai tradizionali comizi, che rappresentavano il bagno di folla per mobilitare le energie collettive, si sono sostituiti una pluralità di incontri con piccole comunità di votanti. Solo oggi, nel giorno di chiusura della campagna, i candidati Sindaco hanno chiamato all’appello le proprie truppe. Per Maresca e Manfredi saranno comunque comizi itineranti, che non consentiranno di rendere evidente la capacità di mobilitazione dei tradizionali comizi.

Il clima elettorale non ha suscitato quindi le grandi emozioni che agitavano i confronti del passato. Eppure per Napoli questo passaggio rappresenta un crinale particolarmente delicato: i conti dell’amministrazione sono sostanzialmente in dissesto, nella consiliatura che sarà eletta si dispiegheranno gli effetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, al nuovo Sindaco il Governo affiderà il ruolo di Commissario per la rigenerazione urbana dell’area di Bagnoli.

Sono tutte questioni dalle quali dipenderà il futuro della terza area metropolitana italiana. Ma non ci si ferma qui. Sono molti altri i temi urgenti che vanno affrontati: una disastrosa condizione del trasporto pubblico locale, una manutenzione urbana che fa acqua da tutte le parti, la necessità di definire un posizionamento strategico per una città che non attrae investimenti e che respinge le proprie intelligenze giovanili, sempre più orientate a prendere la via della migrazione, non solo verso altre regioni del Paese ma anche verso altre nazioni.

Vedremo quale sarà il responso che forniranno le urne. L’Invincibile Armata del Governatore De Luca si è schierata al fianco di Gaetano Manfredi, espresso dalla coalizione tra partito democratico e pentastellati. L’obiettivo è quello di sfondare al primo turno, il rischio è quello di una forbice molto ampia tra i voti delle liste ed il consenso verso Manfredi.

Catello Maresca ha subito il vulnus della esclusione di quattro liste dalla competizione elettorale, un infortunio che certamente condizionerà i consensi che il centro-destra sarà in grado di raccogliere. Da un iniziale tentativo di caratterizzarsi come candidato civico, il magistrato ha dovuto ripiegare necessariamente sulla caratterizzazione dello schieramento politico di cui è espressione.

Alessandra Clemente ha svolto questa campagna come una traversata nel deserto. Espressione della passata amministrazione, ha visto gli esponenti di DeMa migrare verso altri lidi. Incerta tra il vecchio ed il nuovo non è riuscita a dare una precisa caratterizzazione alla sua candidatura.

Infine, Antonio Bassolino ha affrontato questa competizione in solitudine, con il passo dello scalatore, senza poter contare sul sostegno di forze politiche organizzate, se si esclude Azione di Carlo Calenda, anch’essa però in cerca di un radicamento. Si è trattato in qualche modo di un contrappasso per chi ha fatto della politica e dei partiti una ragione di vita.

Bassolino costituisce la vera incognita in termini di consenso. La sua candidatura si è fatta progressivamente spazio in una offerta politica poco entusiasmante. Ha suscitato attenzione la sua testarda ostinazione, i suoi molteplici incontri in tutti i territori della città, la sua capacità di allargare l’area del consenso. Una candidatura di sinistra, come quella di Antonio Bassolino, si trova oggi ad essere sostenuta anche da una parte della destra napoletana. Per l’ex sindaco questo turno di elezione segna un destino: arrivare al ballottaggio aprirebbe scenari inediti, raccogliere un consenso superiore al 15% sarebbe comunque un risultato positivo, segno di una capacità di parlare ad una parte significativa della città.

Le elezioni, da diverso tempo a questa parte, stanno volgendo l’orizzonte verso scelte liquide. I cittadini decidono meno sulla base delle appartenenze. Conta sempre più il livello di partecipazione al voto. Se resterà basso, come nelle ultime elezioni, conteranno le falangi di candidati e gli apparati che sono a caccia di consensi. Se invece si estenderà la partecipazione al voto, l’esito sarà molto più contendibile ed imprevedibile. Nel primo caso l’Invincibile Armata registrerà una grande vittoria. Nel secondo caso, la decisione sarà rimandata ad un ballottaggio le cui sorti sono niente affatto scontate.