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La vita spericolata sulla Circumvesuviana

by Pietro Spirito
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Vesuviana State of Mind è una pagina Facebook seguita da quasi 150.000 persone: morde con la sua ironia i paradossi gestionali della Circumvesuviana, una rete ferroviaria regionale campana gestita da EAV, ed informa sui disagi, oltre che sulle soppressioni, della ferrovia più ironizzata d’Europa.

Nel 2021 questa esperienza è diventata anche un libro. La storia era cominciata in sordina, da un gruppo di utenti che avevano deciso di trasformare la frustrazione dei quotidiani disagi in uno strumento di comunicazione social, dentro il mondo delle nuove tecnologie. Con il trascorrere del tempo, gli episodi di disservizio si sono moltiplicati, così come i commenti sapidi che sono diventati virali.

La ferrovia Circumvesuviana è una rete di linee ferroviarie che coprono capillarmente la zona orientale e meridionale dell’area metropolitana di Napoli e sulle quali è fornito un servizio ferroviario di tipo metropolitano. La rete si estende per 142 km in sede propria, distribuiti su 6 linee e 97 stazioni con incarrozzamento a raso, per una densità di 1,5 stazioni/km.

Le origini della Circumvesuviana sono nobili ed antiche. Si tratta di una delle infrastrutture storiche per lo sviluppo dei servizi ferroviari nelle aree metropolitane del nostro Paese. Nel 1884 veniva inaugurata una linea a scartamento ridotto che collegava Napoli con Baiano, passando per Nola, a opera della società anonima Chemin de fer Naples-Nola-Baiano et extensions.

La nascita della Circumvesuviana vera e propria risale però al 18 novembre 1890, quando la Società Anonima Ferrovia Napoli Ottaviano inaugurò la linea fra tali località. Il 9 febbraio dell’anno successivo la stessa venne prolungata fino a San Giuseppe Vesuviano (allora frazione di Ottaviano), raggiungendo i 23 km. L’intera linea era armata con binario unico a scartamento ridotto ed esercita con trazione a vapore.

Il Rapporto “Pendolaria 2023”, curato da Legambiente e pubblicato a febbraio, ha collocato la Circumvesuviana al primo posto quale peggiore linea ferroviaria regionale d’Italia nel 2022. E’ la conferma di un poco invidiabile primato. Rispetto al 2010 si è determinato innanzitutto un taglio del servizio pari al 10%, riducendo in questo modo l’offerta alla clientela. Rispetto ad una minore capacità di servizio si è aggiunta anche una totalmente inadeguata capacità di erogazione delle prestazioni.

Negli ultimi mesi del 2022, si legge nel Rapporto di Pendolaria 2023: “moltissimi episodi hanno creato disagio alla circolazione ed ai pendolari: il 12 dicembre passaggi a livello malfunzionanti, hanno portato all’interruzione del servizio tra Striano e Sarno; il 14 novembre si sono registrati ritardi e soppressioni su varie direttrici, fino ad un’interruzione prolungata del servizio tra Scafati e Poggiomarino; il 2 novembre, nella galleria di Pozzano, frazione di Castellammare di Stabia, il treno delle 7.12, partito da Sorrento, è stato protagonista di un pesante incidente con parte del tetto risultato scoperchiato. In precedenza, il 7 ottobre, un altro incidente ferroviario è avvenuto nei pressi della stazione Pompei Santuario, con lo svio di un convoglio che fortunatamente non ha fatto registrare feriti tra i 30 passeggeri. Ancor prima, l’8 settembre, ci sono stati ennesimi forti disagi per gli utenti sulla Napoli-Sorrento e sulla Napoli-Poggiomarino a causa di problemi tecnici sulla tratta Torre del Greco-Leopardi, e la conseguente soppressione di alcune corse”.

Più di recente, la fama temeraria della Circumvesuviana ha varcato i confini nazionali. Il Mattino ha riportato in un suo articolo recente le richieste di turisti che richiedevano agli albergatori come andare a provare l’emozione di un viaggio effettuato con sprezzo del pericolo. In effetti, il turismo ardimentoso è diventata una delle nuove frontiere di chi non si accontenta degli itinerari tradizionali, ma si mette alla ricerca di emozioni irripetibili.

Eppure, il sentiero che va percorso è esattamente opposto. La Circumvesuviana deve tornare ad essere una noiosa ferrovia che non fa più notizia, che non genera ironie, che attira i turisti solo per andare a Pompei con il treno. Come in tutte le situazioni di disservizi che si protraggono da tempo, le cause sono molteplici e risiedono in una mancata modernizzazione che riguarda il materiale rotabile, i binari, la linea aerea di contatto per l’alimentazione della elettricità.

Solo l’insieme coordinato di investimenti che affrontino contestualmente questi ritardi può consentire un percorso di modernizzazione. Si parla molto spesso dei treni, ma non bisogna dimenticare anche le altre due questioni. I tempi non saranno brevi, ma non possono essere eterni.

Facciamo un esempio. In tre anni le Ferrovie italiane dello Stato hanno attrezzato con le nuove tecnologie di controllo del traffico 10.000 km. di rete. Diciamo che non è fuori dalle ipotesi gestionali rinnovare le tecnologie di binario su una rete molto più ristretta come quella della Circumvesuviana nello stesso arco di tempo.

Anche per linea di contatto e sottostazioni elettriche potrebbe essere ipotizzato un tempo analogo, mentre per i treni il percorso è stato avviato anche se le consegne dei nuovi convogli cominceranno a partire dal 2024, per mettere in esercizio il materiale rotabile ci vorranno almeno due anni di pre-esercizio.

Il Presidente di EAV, Umberto De Gregorio, ha ricordato che per realizzare le trasformazioni servono programmi di medio periodo. Quel che ha danneggiato a mio avviso l’immagine della Circumvesuviana è stata una costante campagna di comunicazione che ha teso a delineare magnifiche sorti e progressive. Si è così creata nel tempo unìaspettativa di cambiamento nella qualità del servizio erogato che poi non è stata mantenuta, come quotidianamente testimonia il gruppo Facebook Vesuviana State of Mind, o il rapporto annuale Pendolaria di Legambiente. Serve un credibile percorso di investimenti parallelo ad un credibile racconto sullo stato del servizio. Intanto, teniamoci un’attrazione ironica che ben rappresenta i tanti problemi della nostra Regione.