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Una giornata speciale a Pompei scavi

by Federico L.I. FEDERICO
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Dall’ Ufficio Stampa del Parco archeologico di Pompei, puntuale come sempre, è arrivata la nota stampa sulla “Giornata nazionale del paesaggio” del 14 Marzo, che si è svolta a Pompei Scavi con un interessante appuntamento presso il Vivaio della Flora Pompeiana (foto in alto) presso la casa di Pansa a Pompei, il quale è, come recita la nota : un antico giardino riattivato e rigenerato nel pieno rispetto dei riferimenti storico e archeologici nonché laboratorio di studio agricolo ai fini della produzione di colture “antiche” da ricollocare nei giardini delle domus (dove) sarà possibile conoscere le piante e le tecniche di coltura del passato a confronto con quelle del presente.” Il Comunicato poi continua così: Ai visitatori sarà riservata una giornata di didattica sull’orticoltura antica che è tra le basi dell’agricoltura biologica e sostenibile dei nostri giorni. L’esperto dei giardini del Parco, Maurizio Bartolini, illustrerà attraverso gli esempi di piante coltivate nel vivaio quali erano le tipologie che si potevano piantare in antico e ancora oggi.”

Noi non abbiamo potuto partecipare all’incontro, ma sentiamo il dovere di dare diffusione alla notizia, che leggiamo in chiave fortemente e convintamente positiva, cogliendo ormai con nettezza la linea ambientalista e green che caratterizza la peculiarità della conduzione del Parco da parte dell’attuale Direttore Generale, Gabriel Zuchtriegel.

Il giovane Direttore italotedesco ormai si distingue per originalità e varietà dal predecessore Massimo Osanna, trasferitosi stabilmente come Superdirettore a Roma. E, nella capitale, il Massimo dei massimi direttori, non manca di effettuare, more solito, le sue consuete “invasioni di campo” ad ogni pompeiano note nei sei anni di sua reggenza del Parco pompeiano.

Quella più recente – avvenuta nel settore della moda… e degli annessi e connessi – è stata bacchettata da autorevoli testate della carta stampata e ha avuto un’eco notevole, non ancora completamente sopita neanche nelle più alte stanze del Collegio Romano, quelle occupate dal Ministro Sangiuliano, per intenderci.

Ma noi oggi vogliamo soprattutto parlare de “I ragazzi di Via Plinio“, operanti nel campo dell’Agricoltura sociale, settore che ha visto il Parco di Pompei  tra  i primi Uffici periferici dei Beni Culturali ad avere intrapreso questa strada. Il Comunicato Stampa scrive nel merito che: “…la Cooperativa sociale Il Tulipano …vede protagonisti i ragazzi e giovani con autismo e\o disabilità cognitive del centro Medico Riabilitativo di Pompei, coinvolti in percorsi formativi di riabilitazione e inserimento al lavoro attraverso l’agricoltura.”, nella direzione voluta dal Ministro Franceschini.

E, ancora, Comunicato scrive della: “…gestione dei vigneti che passeranno da una superficie di 1,7 ettari a circa 5 ettari, a tutto il ciclo produttivo del vino biologico, attraverso il coinvolgimento di partner internazionali, anche privati; alla coltivazione degli ulivi (con raddoppio dal 2023 delle attuali 120 piante di Pompei e Stabia) per la produzione dell’olio EVO in collaborazione con Unaprol e Aprol Campania; al programma di imboschimento con la sponsorizzazione di Arbolia (circa 7000 nuove piante in due anni dal Bosco antico di Piazza Anfiteatro, già realizzato, al bosco produttivo di Villa di Cicerone ora in cantiere).

 

 Pecore a capre nell’Ottocento al pascolo sui bordi della Vasca del Giardino del Vasaio Nicanor

 

E qui rimaniamo un poco perplessi.  Ma sopratutto in attesa di riscontri sul campo come sullo sbandierato “…eco pascolo (ndr: di pecore e capre) per la manutenzione dei prati sui pianori non scavati del sto di Pompei.” Forse anche perché tutti i pompeiani dai capelli bianchi (e noi siamo tra essi) ricordano bene che – dall’inizio Settecentesco degli scavi pompeiani e fino alla fine degli anni Settanta del Novecento – pecore e capre erano ospiti fissi dei prati marginali dell’area demaniale degli Scavi di Pompei, come viene riportato nel volume “Pompei. Misteri del Tempio di Iside. Le radici liquide della Terza Pompei”. Ed. Flavius 2021.

E i terreni demaniali sovrastanti le rovine ancora sepolte erano addirittura dati ancora in fitto ai contadini da parte degli Uffici Demaniali napoletani competenti. In quegli anni ci volle un Soprintendente della statura umana e culturale di Fausto Zevi per mettere argine e freno al problema, nell’interesse del monumento archeologico pompeiano, contro i dissapori diffusi che contrastavano quelle attività di recupero dei beni del Demanio alla Collettività. Quindi in questo caso, nulla di nuovo sotto il sole. Anzi c’è qualcosa di antico. E di bentornato.