I problemi ambientali ad Avellino sono importanti e sentiti, ma non sempre gli effetti dell’attenzione generale sono stati caratterizzati da ragionevolezza. Lo sviluppo sostenibile è possibile.
Esordisce così l’ingegnere Augusto Penna, geotecnico, professore incaricato presso l’università del Sannio e da due anni assessore all’ambiente del Comune di Avellino, dove si è prossimi al voto per il rinnovo del Consiglio Comunale. Con lui abbiamo voluto tracciare un bilancio del lavoro svolto.
Assessore, parliamo della bonifica dell’Isochimica di Pianodardine.
Si tratta di un’area industriale dismessa inquinata da amianto. E’ una questione che si sarebbe dovuta affrontare trent’anni fa, ma finalmente la scorsa estate abbiamo abbattuto i due silos che svettavano al di sopra dei cancelli dell’Isochimica e che erano il simbolo dell’attenzione agli interessi economici piuttosto che alla salute dei cittadini. Noi abbiamo invertito la tendenza: abbiamo avviato il processo di bonifica; abbattuto i silos, come detto; approvato un progetto esecutivo per la rimozione dei 500 cubi di cemento amianto esistenti, che tra breve andrà a gara. E’ un impegno di circa 14milioni di euro, finanziato in parte dalla Regione e in parte dal Governo, che ritengo sia un fiore all’occhiello di questa Amministrazione.
Voi avete ottenuto uno specifico parere dell’ANAC.
Trattandosi di una progettazione complessa che, affidata all’esterno, avrebbe comportato tempi lunghi e spese eccessive, abbiamo chiesto l’autorizzazione a costituire un gruppo di progettazione misto tra tecnici comunali e specialisti esterni, ancorché il nuovo codice degli appalti non lo preveda, e l’Anac ci ha risposto positivamente. Abbiamo fatto da apripista.
Che tempi prevede per il completamento della bonifica?
I 500 cubi di cemento amianto saranno smaltiti entro la fine della consiliatura. Sono già in corso le progettazioni degli altri due lotti relativi alla rimozione degli altri materiali che sono all’interno di quest’area di oltre 10.000 mq. e l’abbattimento e la rimozione dei capannoni. I lavori dovrebbero ultimarsi in due anni.
Questione rifiuti.
Dopo una lunga fase di studio, nella quale ho coinvolto chiunque avesse il bagaglio di esperienza necessario a dare suggerimenti fondati, ma anche associazioni e cittadini che sono comunque portatori di frammenti di verità, il 18 dicembre scorso è partita la raccolta differenziata ad Avellino. Dal dato iniziale del 30%, in un solo mese abbiamo raggiunto il 68,5% di differenziato.
Dare questa sterzata non è stato semplice. C’è stato un lungo confronto con la IrpiniAmbiente, la società della Provincia che gestisce il servizio ope legis, e siamo riusciti a stipulare un contratto che fissa standard prestazionali e relative penali in caso di inadempimento, riorganizzando completamente il ciclo dei rifiuti e realizzando il servizio porta a porta su tutto il territorio comunale, unica città capoluogo in Italia.
E cosa mi dice dello stir di Pianodardine?
Abbiamo condotto una battaglia istituzionale affinché la previsione originaria della Regione di realizzare un impianto di compostaggio a Pianodardine fosse rivista e siamo riusciti a farla stralciare dal piano regionale. Questa scelta, condivisa da tutti i Comuni della valle del Sabato, non è stata però dettata da egoismo, ma dalla considerazione che per molti anni questo impianto ha trattato rifiuti provenienti da ogni parte della Campania e perciò riteniamo che il contributo di solidarietà al sistema generale sia stato ampiamente dato.
Al riguardo è in corso una conferenza di servizi.
Tutti i consigli comunali dei territori coinvolti, compreso quello della Città di Avellino si sono espressi contro l’impianto di compostaggio, a favore della riqualificazione ambientale della valle, e per una contrarietà all’ampliamento dell’impianto, con l’auspicio di una futura delocalizzazione dell’attuale impianto. In ossequio alla delibera del Consiglio comunale del capoluogo, che in prima persona mi sono pregiato di proporre e che è stata approvata all’unanimità, manterremo assolutamente fede a questo pronunciamento.
In conferenza di servizi, siamo stati chiamati ad esaminare un progetto di razionalizzazione delle lavorazioni già in essere. Abbiamo ritenuto di non avere gli elementi tecnici per valutare la consistenza del progetto ed abbiamo posto due questioni pregiudiziali: la specifica corretta delle quantità e delle tipologie di rifiuti trattati a seguito dell’ammodernamento (per verificare che non ci fossero ampliamenti) ed un parere tecnico dell’Arpac, che ci rassicurasse sulla qualità delle tecnologie che si proponevano di adottare.
Perché, in attesa della programmazione e localizzazione degli impianti da parte nuovo ATO rifiuti, ritengo che questo progetto di ammodernamento debba andare nella direzione di far funzionare l’impianto attuale senza incrementare le quantità e assicurando maggior rispetto dell’ambiente mediante l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili nel settore. Esattamente nel segno del pronunciamento dal Consiglio comunale di Avellino.
Recentemente è stato sottoscritto un accordo tra i sindaci della cintura urbana di Avellino in materia di inquinamento atmosferico.
Il fulcro di questa intesa, raggiunta con il supporto essenziale dell’Arpac, diretta dall’Avvocato Sorvino, è che tutti si facciano carico della questione, poiché è ormai scientificamente riconosciuto, pressoché unanimemente, quale problema di area vasta.
Nel protocollo sottoscritto sono previsti interventi di lungo e di breve termine sulle principali cause di inquinamento.
Per quanto riguarda il traffico veicolare, puntiamo alla limitazione delle emissioni e non della mobilità, interdicendo la circolazione solo dei veicoli più vecchi ed inquinanti e stimolando la mobilità sostenibile ed il carpooling.
Per gli impianti termici, è prevista una riduzione degli orari di accensione dei riscaldamenti e delle temperature interne degli edifici, insieme ad un’attività di controllo ed anche su questo punto stiamo per concludere una convenzione con Arpac. Pensiamo poi a degli incentivi per l’ammodernamento degli impianti e abbiamo un progetto per la costituzione dell’Agenzia Irpina per l’Energia e l’Ambiente che si occuperà di efficientamento energetico.
Esiste, infine, la pratica agricola, atavica, degli “abbruciamenti” dei residui vegetali, che è largamente diffusa, e alla quale si potrebbe ovviare favorendo la costituzione di cooperative finalizzate al compostaggio di questi residui, invece della combustione.
Lei si è occupato anche di inquinamento elettromagnetico ed acustico.
Per l’installazione di nuove antenne abbiamo predisposto un regolamento che vuole porre un freno alla giungla che si è creata sul tema e che è stato appena approvato in consiglio comunale con larga maggioranza e la condivisione pressoché unanime delle opposizioni. Credo sia stata una bella pagina di democrazia dialettica, in cui è stato anteposto il bene della città alla infruttuosa polemica politica. Il regolamento prevede che le compagnie di telefonia, teleradiocomunicazione e assimilate condividano i piani di espansione con il Comune e che i canoni riscossi vengano investiti nel monitoraggio elettromagnetico. Le compagnie si sono impegnate a non impugnarlo.
Quanto all’inquinamento acustico, abbiamo sottoscritto uno specifico accordo di monitoraggio con l’Arpac da effettuarsi sulla base delle segnalazioni dei cittadini.
Qui ad Avellino fra poco si vota per le comunali, lei che programmi ha?
Io sono un tecnico ed occupo una poltrona scomoda, sulla quale si sono alternati tre assessori prima di me. Ho cercato di dare un contributo alla città e credo di aver avviato a soluzione vari problemi, ma non è stato facile. Spesso mi sono dovuto difendere da attacchi strumentali, non credo ci siano le condizioni per ripetere questa esperienza.