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Come funziona l’Arpac. 6 – Conclusioni

by Lucia Severino
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Siamo arrivati all’ultima puntata (per le precedenti vedi in calce) del nostro lungo percorso di approfondimento sul funzionamento dell’Arpac. La nostra Arpac. Nostra nel senso che l’Agenzia regionale per l’ambiente della Campania è, e deve essere sempre più, una risorsa di noi cittadini.

Non è una frase retorica. Per contribuire efficacemente alla tutela dell’ambiente non si può fare a meno della collaborazione del territorio, che presuppone a sua volta un rapporto di conoscenza e di fiducia con i cittadini. Con i singoli cittadini. E’ un principio che vale per tutte le aziende pubbliche (che vivono con i nostri soldi) ma soprattutto per un’Agenzia che si occupa della salute del nostro habitat. Deve essere come un buon medico di base, che deve si rilasciarci i certificati che la burocrazia impone ma anche e soprattutto fare l’anamnesi, gli accertamenti, la diagnosi e suggerire la terapia. Deve farci domande e darci risposte. Medicina del territorio in senso lato.

Solo in parte l’Arpac ha raggiunto questo obiettivo, perché solo negli ultimi anni se lo è posto veramente. L’attuale Direttore generale Stefano Sorvino, che ha già retto l’Agenzia negli ultimi tre anni come Commissario straordinario, ha parlato esplicitamente del problema delle aspettative dei cittadini in una regione complessa come la Campania. Una delle più popolose d’Italia, prima per densità abitativa, con una gigantesca area metropolitana costiera e una miriade di sorgenti inquinanti.

La soluzione ipotizzata sembra essere in primo luogo legata ad una maggiore dinamicità gestionale, in grado di reagire rapidamente alle istanze del territorio. Quindi: innovazioni organizzative, risanamento finanziario, nuovo personale e valorizzazione delle professionalità interne, sviluppo di ulteriori attività tecniche.

Alcuni effetti concreti di questo percorso riformatore si sono già avvertiti. Altri si manifesteranno nel tempo, altri ancora non dipendono solo dall’Arpac. L’Agenzia può ottimizzare quanto vuole la gestione del personale, ma solo la Regione può intervenire in maniera radicale aumentandone l’organico, oggi gravemente sottodimensionato. L’Agenzia può mettere a posto i propri conti, ma solo la Regione può finanziarla adeguatamente per consentire performance adeguate.

L’Arpac però, oltre a proseguire nel percorso virtuoso recentemente avviato, un’altra cosa può farla. Può comunicare. Può parlare con la gente. Può raccontare nel dettaglio cosa fa e come, senza nascondere i problemi. Può far sentire alle persone che rappresenta una risorsa della quale fidarsi e non un occhiuto censore dal quale tenersi lontano. Può, insomma, chiedere ed offrire collaborazione. Aprendosi al territorio, ascoltandolo, mettendosi in gioco.

Puntate precedenti: https://www.genteeterritorio.it/arpac-sorvino/https://www.genteeterritorio.it/arpac-conti/https://www.genteeterritorio.it/come-funziona-larpac-3-il-personale/https://www.genteeterritorio.it/arpac-multiservizi/https://www.genteeterritorio.it/come-funziona-larpac-5-le-attivita-tecniche/